LUISA MONINI A  TU PER TU  CON RITA LEVI MONTALCINI

 

A 12 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA, AVVENUTA IL 30 DICEMBRE 2012, IL GALILEO PROPONE UN’ INTERVISTA MOLTO PARTICOLARE DI LUISA MONINI AL NOBEL IN OCCASIONE DEL SUO 99/MO GENETLIACO

 

 Rita Levi Montalcini con Luisa Monini

È seduta nel suo salotto, circondata da fiori e piante giunti da ogni dove per il suo compleanno. Anche io sono qui per questo. Sorride e mi invita a sederle accanto per l’intervista che, le ho promesso, sarà breve.

99 anni, un bel traguardo.

Io non conto gli anni e, anche se ho perso quasi completamente la vista e l’udito, grazie ai miei eccellenti collaboratori, continuo il mio lavoro a pieno ritmo.

Cosa le piace della sua professione?

Direi che è una scoperta continua, giorno e notte. Sai, io non dormo di notte, non mangio che poco. Tuttavia il cervello non è molto differente da un tempo, è modesto dal lato intellettuale, non è modesto nell’impegno che mette nelle cose. È meraviglioso per me continuare a pensare utilizzando al massimo le capacità cognitive.

 

Da giovane, sognava di diventare medico?

Assolutamente no. Di me non avevo stima. Mi dicevo: “Io non valgo niente, l’unica cosa in me che vale è l’amore per il prossimo”. Il mio sogno era quello di andare in Africa con Schweitzer a curare i lebbrosi. Questo sogno, anche se in modo differente, lo sto realizzando adesso, alla fine della mia vita, favorendo, con la mia Fondazione, l’istruzione delle donne dei Paesi a sud del Sahara.

 

Se oggi avesse l’opportunità di ricominciare la sua vita, rifarebbe tutto ciò che ha fatto sin qui?

Ritengo di sì. Ho avuto molta fortuna nella vita e sa a chi devo dire grazie, più di tutti gli altri? A Hitler e Mussolini. Sono stati loro che, giudicandomi di razza inferiore, durante la persecuzione antisemita, mi hanno costretta per mesi a vivere nascosta in casa. Era il 1940 e, nella mia camera da letto, a Torino, avevo allestito un piccolo laboratorio dove ho condotto le ricerche di neuro embriologia che più in là negli anni mi avrebbero portato alla scoperta del N.G.F. (nerve growth factor) e quindi agli onori di Stoccolma.

 

Quale persona nella sua vita ricorda di più?

Mia sorella Paola. Paola è stata una persona che io ho adorato. La mamma anche, ma per me Paola ha rappresentato tutto.

 

Quale giudizio l’ha più offesa?

Quale giudizio? Nessuno. Perché, vedi, non c’è niente che mi offenda; nulla mi tocca, tutto mi scivola addosso, come acqua sulle penne di un’anatra. Anche l’altro giorno qualcuno ha osato dire che io avrei dovuto tornare al ghetto. La cosa non mi tocca, io sono totalmente priva di capacità di recepire l’offesa. Non ho recettori per l’offesa!

 

Verso quali debolezze ha più comprensione?

Le mie debolezze coincidono con le mie scarse capacità intellettuali. Negli altri, individuo come debolezze soprattutto l’ambizione per la quale non ho comprensione.

Non so se tu hai letto le lettere che ho scritto a mio nipote Emanuele. Tra l’altro, gli ho scritto: “Tu vuoi essere un uomo perfetto. Il fatto stesso di volerlo è che non lo sarai mai”. Perché voler diventare un uomo perfetto, che non esiste tra l’altro, vuol dire dare importanza a cose spesso banali.

 

Che cos’è l’amicizia per lei e che cos’è l’amore?

L’amicizia per me è avere qualcuno in sintonia con me, non necessariamente che pensi come me, ma con il quale io possa discutere. L’amore, gioia, io non ho mai vissuto per l’amore. Da giovane forse ho nutrito un affetto vivo per una certa persona però era talmente intensa la mia attività sia sociale che scientifica che l’amore non ha giocato un ruolo importante nella mia vita. Avevo tre anni quando decisi di non voler diventare né moglie né madre perché io ero molto colpita ed offesa dal fatto che a casa nostra tutto era in mano a mio padre, vittoriano, e la mamma obbediva. Io dissi: “non sarò moglie, non sarò madre”. Avevo tre anni quando l’ho deciso e così è stato.

 

Che cosa apprezza di più in una persona?

L’impegno e l’onestà.

 

Si ritiene una persona con carisma?

No, odio il carisma! Per me il carisma non vale niente. Sono quei valori banali tanto cari ad alcuni uomini di potere. Odio il carisma.

 

Cos’è per lei il successo?

Per me successo significa riuscire in quello che io voglio. Non in quello che gli altri  si attendono da me o pensano di me.  La cosa mi lascia abbastanza fredda.

 

Quanto della sua vita è stato segnato dalla sua volontà e quanto dal destino?

E l’una e l’altro: la volontà e il destino. Se io non fossi stata giudicata di razza inferiore probabilmente non avrei avuto l’opportunità di lavorare così intensamente nella mia camera da letto facendo le scoperte che ho fatto. Il destino dunque, in questo senso, ha giocato un ruolo determinante.

È invece grazie alla mia volontà che tutto si è poi svolto come da me desiderato e che oggi, alla mia età, sono sempre in attività e non in pensione…

 

Si ritiene  ambiziosa?

No.

 

Timida?

No.

 

Scostante?

No.

 

Ritiene di avere più difetti o più virtù ?

Come tutti, alla pari, e difetti e virtù. Non ho virtù. Ho molti difetti, forse. Ma, vedi, molto spesso i difetti sono delle qualità. Difficile dunque definirli.

 

Soffre di ansia, di solitudine?

Né ansia, né solitudine. Mai!

 

Il bicchiere della vita, lo vede per metà pieno o per metà vuoto?

Semmai mezzo pieno.

 

Più rimorsi o più rimpianti?

Né l’uno, né l’altro.

 

Com’è il suo rapporto con Dio?

Agnostica.

 

Con la vecchiaia e con la morte?

Indifferente, anzi felice che nella vecchiaia il mio cervello funzioni ancora. Per quanto riguarda la morte, posso dire che sono lieta un giorno di avere la morte.

 

Un aneddoto particolare della sua vita?

Non ho mai fissato la mente al passato, semmai al futuro.

 

Quali sono i suoi prossimi impegni?

Sono tali e tanti, sia nel campo scientifico che in quello sociale, che spero solo di avere sufficienti energie per poterli affrontare e realizzare.

 

Ha un motto particolare?

Non ho un motto particolare ma da anni mi occupo delle donne d’Africa e del loro futuro. Ecco, il mio motto potrebbe essere “il futuro alle donne africane”.

 

Rita Levi Montalcini durante una lectio magistralis alla scuola militare Nunziatella (1990)

Cosa pensa del risultato delle ultime elezioni?

Ho incassato il colpo, continuando a lavorare intensamente. Penso però che il risultato sia andato oltre qualsiasi previsione. Comunque è presto per giudicare. Vediamo come procederà il nuovo Governo e quali opportunità il presidente Berlusconi e i suoi ministri offriranno ai cittadini italiani.

 Il Galileo