Casamicciola

fra terremoti e alluvioni

Il sisma del 1883 nel racconto di Benedetto Croce

 

Gli effetti del terremoto del 1883

di Giuseppe Prunai

“Fare Casamiciola” è un’espressione che significa provocare una grande rovina, una grande confusione, un gran disordine. Insomma “fare un 48” con riferimento agli inizi del nostro Risorgimento, o “fare un 14 luglio” con riferimento alla presa della Bastiglia e all’inizio della rivoluzione francese. Il riferimento di “fare Casamicciola” è al terremoto del 1883 che produsse, in tutta l’isola di Ischia, 2.313 vittime ed il criollo di quasi l’80% delle abitazioni.

Fra le persone coinvolte, Benedetto Croce (foto a sinistra) che nel crollo della propria abitazione perse la famiglia rimase ferito.

Questo, il suo racconto tratto da: “Memorie della mia vita“. Si tratta di ricordi e testimonianze scritte da Croce  tra il 1902 e il 1912 e pubblicate a cura di Raffaele Mattioli nel 1966.

““Ricordo che si era finito di pranzare, e stavamo raccolti tutti in una stanza che dava su una terrazza: mio padre scriveva una lettera, io leggevo difronte a lui, mia madre e mia sorella discorrevano in un angolo l’uno accanto all’altra, quando un rombo s’udì cupo e prolungato, e nell’attimo stesso l’edificio si sgretolò su di noi. Vidi in un baleno mio padre levarsi in piedi e mia sorella gettarsi nelle braccia di mia madre; io istintivamente sbalzai sulla terrazza che mi si aprì sotto i piedi, e perdetti ogni coscienza. Rinvenni a notte alta, e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle, vedevo intorno il terriccio giallo, e non riuscivo a raccapezzarmi su ciò che era accaduto, e mi pareva di sognare.

Gli effetti della recente alluvione

Compresi dopo un poco, e restai calmo come accade nelle grandi disgrazie. Chiamai al soccorso per me e per mio padre, di cui ascoltavo la voce di poco lontano; malgrado ogni sforzo, non riuscii da me solo a districarmi. Verso la mattina fui cavato fuori, se ben ricordo, da due soldati e steso su una barella all’aperto. Io mi ero rotto il braccio destro nel gomito, e fratturato i più punti il femore destro; ma risentivo poca o nulla sofferenza, anzi come una certa consolazione di avere, in quel disastro, anche io ricevuto qualche danno: provavo come rimorso di essermi salvato solo fra i miei, e l’idea di restare storpio o altrimenti offeso mi riusciva indifferente.

Quegli anni furono i miei più dolorosi e cupi: i soli nei quali assai volte la sera, posando la testa sul guanciale, abbia fortemente bramato di non svegliarmi al mattino, e mi siano sorti persino pensieri di suicidio”

Non c’è da stupirsi se Croce odiava l’isola di Ischia e Casamicciola.

Com’è noto, questa cittadina termale, è stata recentemente colpita da un’alluvione e da una colata di fango, il 25 e 26 novembre scorsi, che hanno provocato la morte di 12 persone, tra le quali un neonato di 22 giorni, e la distruzione di almeno una decina di edifici. Fra le responsabilità della tragedia, oltre alle piogge eccezionali, l’abusivismo edilizio. I dirigenti comunali di Casamicciola ripetono a non finire che tutte le costruzioni abusive erano state condonate. Ma il condono non risolve il problema di una costruzione  che ostacola il regolare deflusso delle acque o ha reso necessario il taglio di alberi le cui fradici sono quelle che trattengono il terreno.

Casamicciila, non è nuova a disastri epocali. Citiamo le inondazioni del 1910, e il terremoto del 2017 che provocò il crollo di numerosi edifici e la morte di due persone. Fra le cause del sisma, secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ci sarebbe un progressivo abbassamento dell’isola di Ischia per effetto di gas magmatici.

Il Galileo