Domotica ultima frontiera

del risparmio energetico

Solo la Regione Emilia-Romagma

ha recepito le direttive europee sulla casa intelligente

 

di Bartolomeo Buscema

 

Non domo dominus sed domino domus  (Non è la casa che deve dare decoro al padrone, ma il padrone alla casa. Cicerone, De Officiis, Libro I – n.d.r.).  Recita così un antico quanto saggio motto latino. Un modo efficace, anche sotto il profilo del gioco delle parole, di ricordare che è la casa per l’uomo e non l’uomo per la casa.


Un adagio abbastanza aderente a quell’insieme di tecniche e dispositivi che gli addetti ai lavori concisamente chiamano domotica: fusione lessicale di due parole: un arcaismo, appunto, domus e un neologismo robot coniato nel 1920 dallo scrittore ceco K. Capek per indicare gli automi protagonisti della sua opera robota che in ceco vuol dire ‘lavoro servile’.

La domotica, conosciuta anche come Building & Automation Control System (BACS), è quindi un insieme di tecnologie che aiutano a migliorare la qualità dell’abitare e a risparmiare energia.

L’Europa, già da qualche tempo spinge verso edifici domotici. La direttiva 2010/31/UE, Energy Performance in Buildings Directive (EPBD), stabilisce, all’art. 8, che “Gli stati membri promuovono [...] l’installazione di sistemi di controllo attivo, automazione, monitoraggio finalizzati al risparmio energetico.”

Il pannello di controllo di un appartamento

 

In Italia, la Regione Emilia Romagna ha anticipato tutte le altre nel recepire tale direttiva rendendo obbligatorie le funzionalità minime dei sistemi di controllo e automazione per le nuove costruzioni che nella fattispecie sono classificate, secondo la Norma Europea UNI EN 15232, in 4 livelli di efficienza energetica che spaziano da un livello minimo “D” a un massimo “A”.

 Questa classificazione si applica agli edifici civili, quindi non solo a quelli residenziali, ma anche agli edifici del terziario: uffici, ospedali, alberghi, centri commerciali.

Indicativamente, possiamo aspettarci che un edificio con livello  di efficienza “D” non abbia alcun  dispositivo  di controllo clima, salvo forse un solo termostato ,  e  che la  regolazione dell’illuminazione  sia diurna sia notturna avvenga manualmente: abbassando o alzando le serrande, accendendo  o spegnendo una lampadina.

I livello “ C” potrebbe caratterizzare un edificio con una regolazione di temperatura per ciascun ambiente attuata con  valvole  termostatiche ; con un’illuminazione   elettrica  controllata da sensori di presenza.

Tutto cambia quando si arriva al livello “B” che presuppone una regolazione del clima interno e dell’illuminazione per ogni singolo ambiente completamente integrata, gestita da regolatori che comunicano con un dispositivo di supervisione tramite reti locali .

 Infine, un edificio raggiunge il livello”A”quando, in aggiunta ai dispositivi di supervisione caratteristici del livello B, si ha un controllo istante per istante delle condizioni ottimali di benessere termo-igrometrico, d’illuminazione e purezza dell’aria.

In un edificio di livello “A”, l’aria è ricambiata e filtrata automaticamente sulla base del tasso di anidride carbonica nell’ambiente rilevato da un sensore; l’illuminazione diurna è regolata con servomeccanismi in grado di muovere serrande e tende per ottenere valori ottimali d’illuminamento; l’intero impianto di condizionamento è controllato da un sistema di supervisione in grado non solo di gestire l’impianto “via Web” da una postazione remota, ma anche di rilevare guasti e anomalie da trasmettere “via sms “ alla ditta di manutenzione.  Insomma un edificio che sfrutta gli ultimi ritrovati dell’automazione.

Infine, è importante notare che la citata norma europea non si limita qualificare gli impianti sulla base  del grado di automazione e di efficienza, ma aiuta anche a stimare il risparmio ottenibile.

… e tutto comincia

dall’impianto elettrico domestico

 

 Un moderno e razionale quadro elettrico di un'abitazione

 

Il principale elemento portante della domotica è l’impianto elettrico dell’appartamento, che deve essere realizzato ad hoc, con i circuiti d’alimentazione dei vari utilizzatori (prese, lampadari a soffitto, elettrodomestici) separati per consentire interventi senza dover privare di corrente tutta la casa. I conduttori, i fili dovranno essere di una sezione conveniente, adeguata al carico che dovranno reggere per evitare surriscaldamenti (e quindi consumi inutili) e scongiurare il pericolo di incendi.

Il partitore di carico

 

(g.p.) Il cervello dell’impianto elettrico è il quadro di comando, posto in prossimità del contatore. Il quadro dovrà essere dotato di un interruttore generale di massimo carico, con una taratura leggermente inferiore a quello del contatore in modo che, in caso di carico massimo o di corto circuito, sia il primo ad azzerarsi interrompendo il flusso dell’energia elettrica. Accanto all’interruttore generale, c’è un partitore di carico (vedi foto) che interrompe il contatto elettrico con l’elettrodomestico che impegna una potenza eccessiva. Ad esempio, se si accende un ferro da stiro o una stufa mentre è in funzione la lavastoviglie, il partitore toglie corrente a quest’ultima lasciando acceso il ferro o la stufa. Ci sono, comunque, utenze privilegiate, come il frigorifero e il surgelatore, ai quali viene sempre assicurato il collegamento alla rete. Il circuito dello scaldabagno elettrico (boiler) è corredato di un timer che lo accende e lo spegne ad ore prefissate. Lavatrice e lavastoviglie hanno un loro interruttore nel quadro in modo da poter escludere del tutto i due elettrodomestici in caso di guasto o di perdite di corrente a massa. Le prese della corrente a parete o i lampadari a soffitto sono essere esclusi in modo indipendente. Ciò è utile quando si deve intervenire su un lampadario o su una lampada da tavolo, ad esempio per la pulizia o per il cambio di una lampadina. Completa il quadro, l’interruttore differenziale (il cosiddetto “salvavita”)  che interrompe la corrente in caso di una forte dispersione a massa, come si verifica nel caso di un contatto del corpo umano con un conduttore. In somma, quando qualcuno prende la scossa.  Quello descritto è un impianto comandato da un quadro base. Esistono sistemi più complessi, dotati di comando remoto, anche tramite telefono cellulare, cellule fotoelettriche, rilevatori di massa per accendere o spegnere le luci in una stanza etc. Un impianto simile a quello descritto è la base per un impianto domotico più complesso.

 

 

Il timer 

 

 

Il Galileo