MILANO, NON SOLO MODA

SVILUPPARE LA DIAGNOSTICA DI LABORATORIO

 PER UNA MEDICINA PERSONALIZZATA

 

 

di Pia Bassi

         Ne sono un valido esempio la Fleming Research srl di Milano e la Clonit, due aziende che da 37 anni lavorano nel settore delle biotecnologie.

         Il Dott. Carlo Roccio e il Dott. Alberto Stangalini hanno dato vita all’azienda nel 1976 e negli anni si è sviluppata estendo l’attività di ricerca e laboratorio d’analisi a Milano, a Novara, Arona, Borgomanero, Abbiategrasso, Corsico, Trezzano sul Naviglio, Cesano Boscone e Busto Arsizio. La Clonit invece è stata fondata nel 1987 e per quegli anni fu una delle prime aziende del settore biotecnologico. “Le finalità di quest’ultima – dice Carlo Roccio – è di sviluppare attraverso l’applicazione delle tecnologie di biologia molecolare metodi analitici innovativi e attendibili per le diagnosi in vitro”.

 

  Il dott. Alberto Stangalini (primo da sinistra)  e i suoi collaboratori

 

A OGNI PAZIENTE CURE PERSONALIZZATE: le 4 P

         E’ la medicina attualmente possibile, non più solo del futuro, realizzabile purché la si applichi. E’ quindi:  Personalizzata, Predittiva, Preventiva e Partecipativa. E’ la medicina delle “4 P”, possibile grazie alle conquiste della genetica e della genomica. E’ necessario scoprire in ognuno di noi le individualità, prevedere la predisposizione a determinate patologie e preparare al meglio i pazienti onde evitare e limitarne gli effetti negativi. (E’ il caso delle cure oncologiche, che devono essere il più possibile mirate al fenotipo del paziente). In questo modo si danno più informazioni possibili al paziente e lo si coinvolge nelle scelte  cliniche.

         Ma come fare le centinaia di indagini necessarie sullo stesso campione, in modo veloce e sicuro e a costi contenuti per la Sanità pubblica? La risposta si trova in un biochip predisposto per le analisi molecolari multiple, che rivoluziona gli esami di laboratorio.

 

“DNA ON DISK”

         Sarà possibile realizzare il sequenziamento di DNA multipli a livello di un unico biochip. Carlo Roccio, ricercatore a capo di Fleming Research e Clonit,  spiega che è dotato di sei piccoli pozzetti dove si inseriscono i materiali da analizzare (gocce di sangue, di saliva, di urina) reagenti e sonde molecolari fluorescenti dirette verso un determinato bersaglio molecolare, ovvero molecole in grado di riconoscere le mutazioni geniche e di attaccarvisi”. Il biochip così completo viene introdotto in un apparecchio elettronico non più grande di un telefono da tavolo collegato con un Pc. In meno di un’ora si potrà leggere sul computer il responso: la goccia di saliva contiene il bacillo della Tbc, oppure il Dna di quella goccia di sangue non ha la mutazione che rende il paziente con epatite C resistente all’interferone gamma; nei campioni di linfonodi esaminati non ci sono micro metastasi; oppure la paziente non ha la mutazione del gene brca, che la rende a rischio di cancro della mammella. Il sistema prevede anche biochip con un numero maggiore di pozzetti, fino a 96, per poter diagnosticare 50 mutazioni contemporaneamente.

         Il dott. Carlo Roccio puntualizza che il sistema è già stato approvato dalla Fda  ed entro fine anno avrà la pre-approvazione della CE. Il medico avrà così un’arma in più per diagnosticare in tempo breve la malattia, come si fa con l’ecografo diventato ormai di routine e fondamentale per molte diagnosi. Se un medico fa nel suo ambulatorio almeno mille test all’anno, ogni test verrebbe a costare meno di 20 euro. Facciamo il conto che attualmente molti ticket a carico del paziente superano questa somma.

Il biochip inoltre, una volta caricato del materiale biologico, può essere esaminato anche a distanza. La telemedicina è ormai una prassi in molti paesi molto estesi. Il Governo della Repubblica Popolare Cinese ha espresso interesse per l’utilizzo di questo sistema per estendere il servizio di analisi a 200 milioni di abitanti che vivono in zone rurali sperdute del Paese.

I protagonisti di questa rivoluzionaria ricerca applicata che ha avuto il finanziamento dal Ministero della Ricerca per il triennio 2013-2015 per una somma di 12 milioni di euro sono Fleming Research, Clonit e STMicroelectronics.

L'apparecchio elettronico e il Pc per l’analisi genetica

Il dottor  Massimiliano Valisi, specialista in biochimica clinica e direttore tecnico di Fleming Research ci spiega  che alla base delle 4 P c’e lo sviluppo della genomica, proteomica, metabolomica e la conseguente disponibilità di nuovi biomarcatori e della diagnostica  di laboratorio che permette di predire l’insorgenza di una futura patologia nell’individuo.

Chiediamo al dott. Alberto Stangalini se ciò non può che scatenare ulteriore ipocondria nei soggetti già labili e fare indagini inutili anche in individui sani:

“Spesso una malattia si evidenzia anche un tarda età, è il caso della celiachia. Ora si fanno molte indagini laboriose per scoprire di esserne affetti, ma adesso basta una semplice indagine dei geni per averne la certezza  e così sarà per tante altre malattie subdole non facilmente diagnosticabili.” Il dottor Dario Russo, specialista in medicina molecolare e direttore tecnico di Clonit, accenna al progetto Esoma che dovrebbe essere portato a termine nel 2020: “Sempre con un microchip dalle capacità amplificate sarà possibile avere il dna di ogni individuo procedendo a sequenziare i circa trentamila geni di cui è composta l’elica della vita e controllare fino a 180mila varianti e combinazioni, si avrà così una mappa genetica personalizzata rivelatrice di alcune malattie di origine genetica”. Un bel passo avanti per la diagnosi e la cura di malattie rare.

La scoperta della struttura a doppia elica da parte di Watson e Crick e la messa a punto della Pcr da parte del premio Nobel della chimica Kary B. Mullis e nel 2003 il completamento della sequenza del genoma umano, stanno dando i loro frutti e sarebbe ignobile non usare queste scoperte per raggiungere un nostro consapevole e pieno benessere.

(foto dell’autrice)

 

Il Galileo