2014: Anno mercalliano

A cento anni dalla scomparsa

si ricorda Giuseppe Mercalli

padre della moderna sismologia e vulcanologia

 

 

di Irene Prunai

 

 

Giuseppe Mercalli sulle pendici del Vesuvio

Cento anni ci separano della morte di Giuseppe Mercalli, geologo, sismologo, vulcanologo e ideatore della famosa scala di classificazione dei terremoti basata sull’entità dei danni provocati dall’evento sismico.  E proprio in occasione di questa ricorrenza l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ricorda l’uomo, lo scienziato e l’insegnante.

La campagna di comunicazione e le iniziative mirate ad affrontare dal punto di vista scientifico cosa significa vivere in un paese come l’Italia, esposto per la gran parte del suo territorio al rischio sismico e vulcanico, hanno preso il via a Napoli, mercoledì 19 marzo presso il Convitto Vittorio Emanuele II  con l’inaugurazione dell’Anno Mercalliano  “I luoghi di Mercalli”, e si concluderà a Milano, città natale di Giuseppe Mercalli, nell’ambito dell’Expo 2015, passando per Roma, Catania, Isole Eolie, Genova e Torino.

Ad aprire le celebrazioni è stato il presidente dell’Ingv Stefano Gresta il quale ha dichiarato che  “Nell’immaginario collettivo il nome Mercalli evoca immediatamente la misura degli effetti dei terremoti. Sappiamo bene che l’unico vero modo per difenderci da questi eventi è la prevenzione, cioè la realizzazione di edifici antisismici, una migliore conoscenza del fenomeno e un’informazione mirata ed efficace dei cittadini.”

L’intero programma dell’anno mercalliano è disponibile presso il sito internet dell’Ingv www.ingv.it

 

 

Chi era Mercalli

Giuseppe Mercalli nasce a Milano il 21 maggio del 1850. Figlio di commercianti, viene educato privatamente per poi seguire il corso di teologia presso i seminari di Milano e Monza.  A 21 anni viene ordinato sacerdote. Preferendo l’insegnamento e la ricerca agli impegni di chiesa, consegue il diploma necessario all’insegnamento delle scienze naturali. Conosce così il geologo A. Stoppani, suo maestro, che lo avvierà in seguito agli studi di glaciologia, argomento del suo primo testo scientifico. Dopo la laurea ottiene la cattedra di scienze naturali dei seminari di Milano e Monza. Nel 1878 l’editore Vallardi, che aveva iniziato a pubblicare la collana “Geologia d’Italia”, lo invita a scrivere un volume sui vulcani italiani. Per svolgere l’incarico Mercalli compie un lungo viaggio per le zone vulcaniche italiane e i risultati delle sue osservazioni portano alla redazione di “Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia” (Milano 1883). Il testo è una vera e propria rivoluzione in ambito scientifico: include la prima carta sismica dell’Italia e un catalogo dei terremoti italiani. Questa classificazione sarà la base di tutti i successivi cataloghi sulla sismicità italiana e il modello in seguito usato in tutto il mondo.

La mappa della zona interessata dal sisma del 7 aprile scorso, con epicentro localizzato sul versante francese della Alpi Cozie. La magnitudo è stata del 5° grado della scala Richter con ipocentro a 5 Km di profondità

Una svolta nella vita dello scienziato che d’ora in poi dedicherà le sue energie nello studio di vulcani e terremoti. Nel luglio del 1883 il catastrofico terremoto di Casamicciola è il primo evento sismico del quale Mercalli scrive una dettagliata memoria, analizzandone gli effetti e cercando di capirne le cause, arrivando a fornire le linee guida per costruire degli edifici che oggi chiameremmo antisismici. Dotato di un linguaggio preciso e analitico, diventa un cronista accurato di terremoti ed eruzioni vulcaniche. Grazie alla sua vasta conoscenza della letteratura confronta gli eventi da lui osservati con altri avvenuti nel passato nella stessa zona cercando di prevedere un’evoluzione del fenomeno.

Il suo approccio pragmatico viene apprezzato nel mondo scientifico, tanto che l’Accademia nazionale dei Lincei gli affida il compito, insieme al geologo Tabarelli, di studiare gli effetti del terremoto del 1884 in Andalusia.

Pochi anni dopo Mercalli decide di lasciare il seminario in seguito alla decisione di appoggiare una mozione per erigere un monumento a Rosmini, le cui idee filoliberali erano osteggiate dalla gerarchia cattolica. Poco dopo, risultato tra i primi in graduatoria in un concorso per l’insegnamento negli istituti statali, sceglie di lavorare in un liceo di Reggio Calabria, per poi trasferirsi a Napoli per studiare il Vesuvio. Dal suo piccolo appartamento vista vulcano, ogni giorno annota l’evoluzione e l’attività del Vesuvio. Le sue osservazioni, integrate dallo studio di numerosi campioni di roccia divengono il contenuto di “Notizie vesuviane”.

In quel periodo i suoi studi sismici lo portano a prendere parte a numerose commissioni governative per studiare i danni prodotti dai terremoti. Le sue teorie sismiche sono un modello per gli studi futuri.

Mercalli è un convinto sostenitore della teoria dell’ipocentro sismico, secondo la quale l’energia di un terremoto viene sprigionata da un volume localizzato all’interno della terra e si attenua durante il percorso dall’ipocentro alla località colpita dal terremoto. Questo spiega la progressiva diminuizione dell’intensità degli effetti man mano che ci si allontana dall’epicentro. Per descrivere in modo conveniente gli effetti è però necessario disporre di una scala di classificazione dei danni il più funzionale possibile. In quel periodo la scala più utilizzata è quella elaborata da De Rossi e Forel che classifica i terremoti in 10 gradi di intensità crescente. I primi 6 gradi sono basati principalmente sul crescente livello di percezione della scossa da parte della popolazione, mentre gli ultimi 4 sul crescente livello dei danni alle strutture.

Mercalli modifica questa scala dando maggiore importanza ai danni prodotti alle strutture che non alla percezione delle persone. La “scala Mercalli”, con successive modifiche e miglioramenti, viene adottata in tutto il mondo e tuttora è uno degli strumenti fondamentali, insieme alla scala Richter, per la classificazione degli eventi sismici.

Nel 1911 diventa direttore dell’Osservatorio vesuviano. L’istituto versa in condizioni pessime tanto da aver minato la salute del precedente direttore. Mercalli riesce a ottenere dal governo i fondi necessari per rendere abitabile l’edifico, rimette in funzione i vecchi strumenti sismici e ne compra di nuovi. Elabora inoltre un programma di sviluppo dell’ente trasformandolo in Istituto vulcanologico italiano, costituito da più sedi dislocate nell’area napoletana. Il progetto di ricerca prevede lo studio delle caratteristiche del Vesuvio e dei fenomeni precursori delle eruzioni.

La mattina del 18 marzo 1914 a Napoli viene trovato carbonizzato nella sua abitazione in seguito a un incendio. Le circostanze della morte non verranno mai ricostruite con certezza, ma probabilmente si è trattato di un incidente domestico. La leggenda vuole che il suo corpo avesse le braccia rivolte al Vesuvio.

 

La scala Mercalli

 È una scala che misura l’intensità sismica valutata in base agli effetti e ai danni prodotti dal terremoto. Dipende da diversi fattori tra i quali la tipologia e la qualità delle costruzioni.

L’intensità e la magnitudo sono le due misure principali della forza di un evento sismico. La magnitudo, in genere misurata attraverso la scala Richter, è una misura fisica che dipende dall’energia sprigionata dal terremoto nel punto in cui si è generato. I due metodi di classificazione non sono equivalenti infatti due terremoti di identica magnitudo possono avere diverse intensità. L’esempio più comune è quello del terremoto di altissima magnitudo che avviene in pieno deserto, quindi di intensità minore, confrontato con un terremoto di magnitudo minore in una zona densamente abitata. Ciò vuol dire che se per valutare la magnitudo usiamo degli strumenti scientifici, per l’intensità usiamo una raccolta di dati oggettivi sui danni prodotti dall’evento. Questo non toglie alcuna importanza agli studi di Mercalli, il quale, per la prima volta nella storia della sismologia, ridusse l’importanza della percezione delle singole persone a favore di una classificazione più oggettiva sui danni.

La scala Richter

 Il Galileo