Il cambiamento climatico è correlato solo all’aumento di temperatura?

 

di Bartolomeo Buscema

 

 

Distribuzione della temperatura sulla superficie terrestre. In rosso le aree a temperatura più elevata, in blu le aree a temperatura meno elevata

 

Manca quasi un anno al prossimo summit mondiale delle nazioni che hanno sottoscritto la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti del Clima (COP 21), che si terrà a Parigi nel mese di dicembre 2015. Sarà una riunione cruciale nel corso della quale i rappresentanti di duecento Paesi industrializzati e in via di sviluppo decideranno la futura politica ecologica ed energetica dei prossimi decenni. Uno degli obiettivi concerne la limitazione, per il 2100, dell’aumento della temperatura media della Terra entro 2 °C rispetto all’epoca pre-industriale. E’ un obiettivo che molti ritengono sia di notevole importanza per evitare che s’inneschi un’instabilità climatica globale irreversibile. Dobbiamo però registrare alcune voci fuori del coro che mettono in dubbio le basi scientifiche su cui si fonda tale limite. E’ il caso di un recente articolo apparso sull’autorevole rivista scientifica Nature.Gli autori, David G. Victor, professore presso la School of International Relations and Pacific Studies,  e Charles F. Kennel,  direttore  emerito  presso la Scripps Institution of Oceanography,  entrambi dell’università della California di  San Diego, sostengono  che  ,nell’ipotesi  che i tre più grandi emettitori di gas serra – Cina, Stati Uniti e Unione Europea – trovino un accordo sulle azioni di  mitigazione dei cambiamenti climatici che molto probabilmente non saranno vincolanti  come lo erano per il protocollo di Kyoto,il limite di incremento di due gradi sembra avere  più  un valore  più simbolico che scientifico. E ciò perché i cambiamenti climatici, sostengono i due scienziati, sono un processo complesso che non può essere ridotto alla semplice misura della temperatura media della superficie della Terra. I due scienziati affermano che sono sedici anni che la temperatura media globale è stabile, mentre sta crescendo  linearmente il calore assorbito dagli oceani che indubbiamente hanno una notevole influenza sul clima globale. E siccome il clima globale sta effettivamente cambiando, sembrerebbe che ciò avvenga senza una diretta correlazione tra aumento di temperatura e clima.

Schema illustrativo dei principali fattori che provocano i mutamenti climatici terrestri: variazioni nell'orbita terrestre; variazioni nell'attività solare; attività dei vulcani e impatti di meteoriti; l'uomo, in particolare con l'attività industriale e l'emissione di gas serra.

 

 

Registriamo, infine, che il limite di due gradi  centigradi è un dato che proviene dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo di esperti che, dal 1990 a oggi, ha redatto cinque rapporti sui cambiamenti climatici per conto delle Nazioni Unite. E’ difficile, purtroppo, per noi lettori dare ragione agli uni o agli altri. Resta comunque il fatto che dobbiamo puntare soprattutto a mitigare gli effetti deleteri di un clima che diventa sempre più instabile con fenomeni meteorologici sempre più virulenti. E’ una sfida che richiede soldi e soprattutto una convergenza di idee su come agire.

Il Galileo è Charlie Hebdo