Catalogna anno zero?

No solo un pericoloso fuoco di paglia

di Magali Prunai

 

La Sagrada Familia, la cattedrale simbolo di Barcellona

Articolo 2 della Costituzione spagnola “La Constitución se fundamenta en la indisoluble unidad de la Nación española, patria común e indivisible de todos los españoles, y reconoce y garantiza el derecho a la autonomía de las nacionalidades y regiones que la integran y la solidaridad entre todas ellas.”[1]

La Costituzione spagnola sancisce nei suoi primissimi articoli, nei princípi che regolano lo Stato, l’unità e l’indissolubilità della nazione data proprio dalle diversità e dalle autonomie locali. Queste diversità sono proprio la forza dello Stato e la loro unione, nel loro essere indipendenti, fa si che lo Stato sia forte, uno e unico.

In un’epoca in cui si parla  di abbattere i confini nazionali, verso una sempre maggiore coesione e unità dell’Europa, una comunità autonoma ha proclamato un referendum di secessione. La Catalogna, centro economico spagnolo, dopo anni di rigurgiti secessionisti, dopo l’attentato terroristico di agosto a Barcellona, ha indetto per la scorsa settimana una consultazione popolare per scegliere se rimanere uniti alla Spagna o se uscire e diventare uno Stato nuovo, autonomo e indipendente.

Una prassi simile è assolutamente incostituzionale e contraria alla legge, proprio per questo lo Stato centrale ha tentato di

impedire in tutti i modi le operazioni di voto.  Molto si è discusso sulla leggittimità di questo referendum, sulle motivazioni e sul modus operandi dello Stato centrale per impedirlo. Senza entrare troppo nel merito della questione, basti ricordare le violenze della polizia che forse ha esagerato nelle sue azioni di interdizione dell’attività di voto e l’ingenuità (o stupidità?) del popolo catalano che si è recato al voto e ha scelto per l’indipendenza.

La maggioranza dei catalani che si è recata al voto, un’esigua minoranza rispetto alla popolazione totale, ha optato per uscire dalla Spagna, convinta probabilmente che nulla cambierà nella vita politica, economica, sociale. Niente di più ingenuo e sbagliato. Molte imprese e banche stanno valutando di spostare le loro sedi, le loro attività per non rimanere fuori dall’Unione Europea, molte altre hanno già votato e approvato all’interno dei consigli di amministrazione il trasferimento da Barcellona a Madrid.

(A sinistra, la bandiera spagnola)

La società di rating Moody’s, in un report, ha valutato molto negativamente da un punto di vista economico la fuoriscita della Catalogna dal Regno di Spagna, anche se per ora nel breve periodo lo esclude completamente.

Altro punto essenziale da esaminare riguardo alle conseguenze della secessione è la partecipazione all’Unione Europea. La propaganda elettorale è girata tutta intorno all’indipendenza economica e al rimanere Stato membro dell’UE. Ma l’Unione ha già ricordato che le regole per entrare sono le stesse per tutti,è necessaria una richiesta, una valutazione dei requisiti fondamentali (economici, politici, diritti civili ecc.), del voto di approvazione unanime di tutti gli altri Stati membri. Sembra difficile pensare che il Regno di Spagna voti o voterà a favore dell’entrata nell’Unione della Catalogna.

Sabato 7 ottobre si è tenuta una manifestazione di chi è contrario alla separazione, in migliaia si sono riversati nelle strade con le bandiere spagnole e cartelloni in due lingue (castigliano e catalano) in cui si chiede il dialogo. Vedremo nei prossimi giorni come la politica risolverà questo problema dovendo, inevitabilmente, mediare fra necessità indipendentiste e unioniste.

In Germania i neonazisti entrano in Parlamento crescendo di molto rispetto alle ultime elezioni in cui erano stati pressoché ignorati, in Spagna Madrid e Barcellona lottano su due fronti opposti con alle spalle lo spauracchio della guerra civile, speriamo che a nessuno in Italia salti in mente di marciare su Roma o dovremo iniziare a rivalutare le tesi di Hegel sulla ciclicità della storia. (A destra, la bandiera catalana)

[1] “La Costituzione si basa sull’indissolubile unità della nazione spagnola, patria comune e indivisibile di tutti gli spagnoli, e riconosce e garantisce il diritto all’autonomia delle nazionalità e regioni che la costituiscono e la solidarietà fra esse”.

 

Il Galileo