La classe degli asinelli in continua espansione

Dall’analfabetismo di ritorno

a quello funzionale

colpa di una scuola che sforna  solo imbecilli

 

di Magali Prunai

 

Un antico abbecedario simbolo di una vecchia didattica non priva di efficacia

Fino a pochi anni fa esisteva l’esame di quinta elementare. Poi è stato eliminato. Fino a pochi anni fa quando non si studiava e si consegnava un compito, pardon una verifica, in bianco si prendeva un’insufficienza, ora il voto più basso alla scuola elementare è sei o i bambini si mortificano. Fino a pochi anni fa se un bambino non era preparato a frequentare la classe successiva veniva bocciato, poi si è detto che le bocciature minavano l’autostima del minore e sono state eliminate. Fino a pochi anni fa si arrivava alle scuole medie e alle superiori preparati, in grado di organizzare il proprio tempo, lo zaino e il diario. Poi si è detto che bisognava lasciare più spazio alla creatività e gli zaini sono diventati stracolmi di materiale inutile e la pagina del giorno del diario piena di compiti “per domani”, “per martedì”. Fino a pochi anni fa una scuola che non assegnava abbastanza compiti era vista come una scuola scarsa, ora si preferiscono istituti che affidano il meno possibile lavori da svolgere a casa per non stancare i poveri bambini affaticati dalle otto ore di scuola e dalle migliaia attività extrascolastiche dove vengono parcheggiati ogni giorno. Fino a pochi anni fa si parlava dell’analfabetismo di ritorno, ovvero di quelle persone che dimenticavano come si legge e si scrive non esercitandosi più terminata la scuola dell’obbligo. Ora una grande percentuale di popolazione, circa un italiano su tre, è stata definita analfabeta funzionale.

L’analfabetismo funzionale è quel fenomeno per cui un soggetto non è in grado “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità” (UNESCO, 1984).  Il soggetto è in grado di leggere, ma ha una scarsa padronanza della lingua italiana e comprende con fatica il testo che gli si propone e difficilmente riuscirà ad analizzarne il senso. Comprende le singole parole, ma non sa ricollegarle fra loro per dargli un senso logico. Le competenze matematiche sono molto scarse, una semplice addizione da svolgere a mente può comportare seri problemi, così come calcolare la percentuale di sconto su un prodotto che si desidera acquistare. L’UNESCO fa rientrare in questa categoria anche tutti coloro che non sono in grado di discutere e di informarsi in maniera oggettiva su fenomeni scientifici, politici, sociali e per lo più ne discute partendo da esempi che li riguardano direttamente o generalizzando a tal punto dallo scadere nel banale e nel falso. Parlando, per lo più, attraverso i pensieri e le parole di altri, senza quel naturale filtro che il proprio cervello dovrebbe porre.

Ed è così che nascono le edizioni semplificate delle favole, i tagliandini con il calcolo delle percentuali di sconto su molti capi di abbigliamento, le fake news e i populismi di ogni genere.

Il Galileo