La parità donna-uomo parte dalla cultura

Assegnato a Milano

 il premio Donna FIDAPA-BPW Italy

 

di Magali Prunai

Il tavolo della presidebza. Da sinistra, ALGA ROSSI, EUFEMIA IPPOLITO, LUISA MONINI. GRAZIA MURA. ANTONIETTA SPINELLA

 

 

Chissà cosa pensò Lena Madesin Phillips, fondatrice di BPW International, quando in tutte le sale uscì il film “la costola di Adamo” con Spencer Tracy e Katharine Hepburn. Il film narra di una donna che subisce ripetutamente violenze domestiche, verbali e non solo, da parte del marito e che un giorno, ormai stanca, compra una pistola e cerca di ucciderlo, senza riuscirvi, mentre è in compagnia dell’amante. L’opinione pubblica, quella del 1949, è tutta dalla parte dell’uomo che ha subito il tentativo di aggressione, perché non è carino da parte di una donna ribellarsi ai costumi dell’epoca. L’avvocato che la difenderà in tribunale, Katharine Hepburn, punterà tutto sull’uguaglianza della donna e dell’uomo davanti alla legge e non solo. La sua tesi è semplice e di effetto, mirata a suscitare il dubbio nella giuria su quale sarebbe stata la reazione della giustizia e dell’opinione pubblica se al posto della donna ci fosse stato il marito a scoprirla con l’amante. Tesi che fa rumoreggiare parecchio perché le donne, per la società statunitense dell’epoca e non solo, erano considerate quegli angeli del focolare un po’ stupidi non in grado, mentalmente e moralmente, di assolvere certi compiti. Ed è così che in aula vengono portati esempi di donne laureate, che parlano numerose lingue, scienziate, tutti esempi di come una donna non differisca dall’uomo in nulla.

Molto si è detto e fatto da allora in buona parte del mondo per l’uguaglianza  e le parità di genere, per lo meno sulla carta. E proprio sulla spinta della necessità di portare ancora avanti la bandiera delle parità di genere, parità che significano eguali diritti, eguali opportunità, che ormai da sette anni l’associazione FIDAPA – BPW Italy sezione di Milano premia delle donne che eccellono nei più svariati campi. Donne che si sono distinte nell’impegno imprenditoriale, nella cultura, nella scienza, nella salute pubblica, nell’attività educativa.

Da sinistra: Arianna Giamberini, referente Young Sezione Milano; Antonietta Spinella, vicepresidente  Sezione Milano; Alga Rossi, past-presidente Sezione Milano; Grazia Mura, Presidente Distretto Nord-Ovest FIDAPA-BPW Italy; Michelle Hunziker, premiata per il suo impegno nel sociale con Doppia Difesa; Luisa Monini, presidente Sezione Milano; Eufemia Ippolito, past-presidente Nazionale FIDAPA- BPW Italy e BPW International Legal Advice Leader

BPW, nata negli Stati Uniti nel secolo scorso, e le sue successive costole sparpagliate in tutto il mondo, ancora oggi è in attività e oggi più che mai sono necessari movimenti mirati all’abbattimento degli stereotipi, dei pregiudizi che stanno tornando sempre più prepotentemente alla ribalta.

Il pensiero di Lena Madesin Phillips era semplice ma rivoluzionario. Ogni donna, come cittadina, deve portare il proprio contributo al proprio paese in ogni aspetto della sua vita. Ogni donna deve avere il diritto e la possibilità di poter accedere a ogni ruolo della società, anche quelli che storicamente sono sempre stati definiti “lavori maschili”. 

Quest’anno FIDAPA Milano ha deciso di ripartire  dalla cultura, premiando delle donne che se ne occupano in ogni sua forma. La cultura è amore per la vita, quella stessa vita che le donne danno. La cultura promuove la legalità e solo attraverso la legalità si può raggiungere l’eticità. La cultura, quella con la lettera maiuscola, unisce e non divide e attraverso di essa la società può svilupparsi, migliorarsi, progredire e diventare civile. Si dice disse Jean Monnet, padre fondatore dell’Europa unita, che se avesse potuto tornare indietro non sarebbe partito dal carbone e dell’acciaio ma dalla cultura.

Fra le numerose donne che sono cresciute nella consapevolezza dei loro diritti e delle loro capacità e che hanno avuto la possibilità di realizzarsi nell’imprenditoria, nel mondo degli affari, nella cultura, FIDAPA quest’anno ha deciso di premiare alcune personalità che possono essere, e sono, esempio per tutte le altre.

Licia Sbattella si laurea in bioingegneria al Politecnico di Milano e in psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Torino per poi specializzarsi in psicoterapia a Como. Docente al Politecnico di Milano, ha creato il MultiChancePoliTeam, una struttura che coordina i servizi per la disabilità e i disturbi specifici dell’apprendimento dell’ateneo. È anche creatrice e direttrice, dal 1983, dell’Orchestra Sinfonica Esagramma e del metodo Esagramma. L'Orchestra è composta, oltre che da musicisti professionisti, anche da ragazzi e adulti con problemi psichici mentali gravi o con sindromi post-traumatiche, ragazzi e giovani con disagio sociale e famigliare che hanno seguito i corsi di MusicoTerapia Orchestrale.

Roberta Di Febo è laureata in pianoforte al Conservatorio Pollini di Padova, ha diretto la storica Accademia Bossi di Como fondata nel 1901 e, nel 2006, ha creato l’Accademia di Musica e Danza “Giuditta Pasta” coronando finalmente un sogno. Nel corso degli anni l’offerta formativa si è distinta sempre più per la professionalità e l’attenzione per gli studenti fino a raggiungere in poco tempo un numero sostanzioso di docenti e allievi. Recentemente ha fondato il Liceo paritario Musicale e Coreutico “Giuditta Pasta” riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Terzo in Lombardia per la Sezione dedicata alla danza ed unico nel nord Italia per la sezione musicale ad indirizzo moderno e al corso specifico di “tecnico del suono”, una figura professionale molto richiesta nel mondo del lavoro negli ultimi tempi.

Carla Fracci la conosciamo tutti e non ci sarebbe neanche bisogno di motivare perché le venga dato un premio per aver divulgato cultura. Scrisse Fernanda Pivano “in Inghilterra quando si dice Elisabetta tutti capiscono che si allude alla Regina d’Inghilterra. In Italia quando si dice Carla, tutti capiscono che si allude a Carla Fracci, che è la nostra regina, regina di grazia, di dolcezza, di bellezza, regina di una bravura che ormai le ha imposto sul capo così fragile l’enorme peso dell’omaggio di tutto il mondo”. Ha portato la bellezza della danza e dell’eccellenza italiana in tutto il mondo, non solo nei grandi teatri ma anche nei posti più impensabili per la cultura e la sua bellezza devono essere accessibili a chiunque. Un solo rammarico nella sua lunga e brillante carriera, quello di essere stata abbandonata dalla città che l’ha fatta grande e che, allo stesso tempo, è stata resa grande dal suo nome.

Michelle Hunziker, la ragazza della porta accanto, fresca, sorridente, sempre gentile. Moglie, madre, professionista dello spettacolo e dell’intrattenimento televisivo, negli ultimi giorni il suo nome è sulla bocca di tutti per aver condotto con notevole successo il festival di Sanremo. Proprio durante questo programma tutti abbiamo potuto notare che Michelle Hunziker indossasse sempre un fiore, simbolo della campagna contro la violenza sulle donne “Io sono qui”. Gli spettatori più attenti avranno notato come, durante la conferenza stampa di presentazione del festival, abbia ricevuto in dono questo fiore e come abbia deciso, con estrema prontezza di spirito, di regalarne uno ai suoi due compagni di avventura, Claudio Baglioni e Pierfrancesco Favino, perché la lotta in difesa della dignità della donna non è esclusivamente delle donne, ma di chiunque si ritenga civile. Nel 2007, insieme a Giulia Bongiorno, ha dato vita alla Fondazione Doppia Difesa Onlus che aiuta coloro, donne in particolare, che hanno subito discriminazioni, violenze e abusi ma non hanno il coraggio, o le capacità, di intraprendere un percorso di denuncia, perché vivono nel più totale isolamento ideologico e sociale, nel silenzio e nell’indifferenza generali.

Nicoletta Orthmann si è laureata con una tesi sperimentale in medicina legale e si è iscritta alla Scuola di Specializzazione in Medicina Legale e delle Assicurazioni. La sua passione era l’attività penale, ma conciliare lavoro e affetti non è stato semplice. Si è avvicinata, così, a ONDA, Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, occupandosi della medicina di genere. Una malattia colpisce indistintamente uomini e donne, ciò che cambia sono l’approccio nel curarle e come si manifestano. ONDA si occupa proprio di prevenzione e campagne di informazioni sulle malattie.

Catherine Bosshart Pfluger è esperta in storia contemporanea e moderna e specialista in studi di genere, ha numerose pubblicazioni al suo attivo che riguardano le donne e la storia di genere. Nel 2013 è stata nominata esperta indipendente per il programma di studi di genere dalla Conferenza dei Presidenti delle Università Svizzere. Nell’Ottobre 2017 è stata nominata 2nd Vice President/United Nations.

Luciano Anelli è un uomo che riceve il premio donna all’interno del programma “He for She”, una campagna delle Nazioni Unite con l’obiettivo di coinvolgere gli uomini nel processo di raggiungimento dell’eguaglianza fra uomini e donne. Si è occupato delle pari opportunità e non si è mai tirato indietro quando si è dovuto lottare contro le violenze, le persecuzioni, i maltrattamenti.

 

Michelle Hunziker, Luciano Anelli, Luisa Monini

 “Durante i secoli la donna ha acquistato nella società un ruolo sempre più importante: è arrivata ad una quasi completa emancipazione ed ha conquistato un importante ruolo, non senza sforzi, sacrifici e lunghe battaglie! Più tempo passa più prende possesso di posti di comando, sceglie i propri contatti sociali per raggiungere il valore e gli obiettivi che le spettano!” Nel tempo movimenti, associazioni si sono adoperati per rivendicare il diritto della donna ad alzare la testa, a parlare, ad avere un ruolo e non dover vivere nell’ombra di un uomo. Molte le conquiste sociali e politiche, conquiste che negli ultimi tempi sembrano essere diventate vuote di significato per le generazioni più giovani. Il lavoro da fare è ancora lungo ma i presupposti per una buona riuscita ci sono tutti.

Carla Fracci con l' autrice della statuetta della Vittoria Alata

Il servizio fotografico è di  Maurizio Casati

QUALCHE DATO...

 

Il 21% delle donne italiane ha subito almeno una volta una violenza sessuale, il 20% violenza fisica, l’11% delle ragazze di meno di 16 anni ha subito una violenza di qualsiasi genere. Più di 3 milioni di donne hanno subito stalking, ovvero atti persecutori da parte di qualcuno che spingono la vittima a cambiare radicalmente il proprio stile di vita pur di sfuggire al molestatore, di queste 2 milioni sono perseguitate dall’ex partner; più di un milione ha subito molestie sul lavoro; quasi 7 milioni hanno subito almeno una volta nella vita una violenza, sia verbale che fisica. Il grosso delle violenze avviene all’interno delle mura domestiche, padri, mariti, fidanzati, conviventi che credono di avere diritto di vita e di morte sulle loro mogli, figlie, sorelle, fidanzate. I casi di femminicidio, ovvero di donne uccise da un uomo col quale avevano un rapporto affettivo o familiare, non tendono minimamente a scendere. Nel 2016 se ne sono contati 120, nel 2017 la media è stata di una vittima ogni tre giorni. Negli ultimi dieci anni in Italia sono state uccise 1740 donne, il 71,9% (1251 donne) in famiglia. Il 78% delle donne che ha subito stalking, circa 8 su 10, non ha denunciato o cercato aiuto spesso per il timore di subire altre e peggiori aggressioni, spesso per la vergogna e spesso perché non si sa a chi rivolgersi.

 

Una selezione dei vari momenti della manifestazione 

Il Galileo