Giornata Mondiale dell’Acqua

 

 

L’edizione 2018 era dedicata al tema “Nature for Water”. Non esiste una soluzione universale, afferma CNR–IRSA, ma una serie di strumenti con cui contribuire a un equilibrio sostenibile di questa risorsa. In Italia disponiamo di circa 7.841 corpi idrici superficiali significativi, 534 grandi invasi dei quali 89 non hanno mai funzionato e oltre 8.000 piccoli invasi, insufficienti in condizioni di siccità per l’attuale consumo cresciuto del 600% dal secolo scorso. Inoltre l’incremento delle temperature deve indurre a progettare opere che limitino il rischio di alluvioni ed evaporazione come gli invasi sotterranei. Per quel che concerne i PFAS, i pesci di due grandi laghi su cinque presentano concentrazioni maggiori del limite stabilito

 

 

 

 

L’edizione 2018 della Giornata Mondiale dell’Acqua che si è celebrata il 22 marzo scorso era dedicata al tema “Nature for Water” per focalizzare l’attenzione sulle soluzioni naturali per conservare, riutilizzare e tutelare le risorse idriche, riducendo il rischio di inondazioni, siccità e inquinamento. “Il CNR, con la sua multidisciplinarietà promuove filiere tra ricerca, applicazioni, tecnologia, industria, con un approccio orientato alla soluzione dei numerosi problemi che affliggono le acque”, dichiara Vito Uricchio, direttore CNR-IRSA. “Il destino dell'uomo è intrinsecamente correlato alla disponibilità idrica e dunque un'adeguata gestione interessa tutti. Non esiste una soluzione universale, ma una serie di strumenti con cui contribuire alla ricerca di un equilibrio sostenibile tra domanda e offerta”.

In Italia disponiamo di 7.494 corpi idrici fluviali, 347 lacustri, 534 grandi invasi dei quali 89 non hanno mai funzionato e oltre 8.000 piccoli invasi, insufficienti per gli attuali modelli di consumo. Il nostro pianeta ha raggiunto il primo miliardo di popolazione nel 1804, il secondo nel 1927 e da allora aumentiamo di un miliardo ogni 12-13 anni: per tali motivi nel secolo scorso il consumo globale di acqua è cresciuto del 600%. L’agricoltura utilizza dal 50 all’80% dell’acqua gestita dall’uomo. Per questo motivo, l’impegno dell’IRSA–CNR è sviluppare tecnologie innovative per l’utilizzo di acque non convenzionali (salmastre e reflue urbane depurate) e valorizzare le risorse delle falde idriche ed il recupero delle acque di pioggia.

La natura agisce attraverso cicli chiusi e non conosce rifiuti. I temi dell’economia circolare trovano nell’acqua un archetipo consolidato e importantissimi spazi di conoscenza e di ricerca e sviluppo: CNR–IRSA è fortemente impegnato per trasformare i prodotti di scarto in materie prime ed energia, con esperienze quali il recupero del fosforo (in via di esaurimento) dai reflui, la produzione di biogas, biometano e bioplastiche dai sottoprodotti dei fanghi di depurazione o dai rifiuti, il riutilizzo spinto delle acque reflue nel comparto agricolo, industriale e spaziale”, afferma il Direttore del CNR–IRSA.

Inoltre l’incremento delle temperature deve indurre a progettare opere che limitino il rischio di alluvioni e l’evaporazione nei periodi più caldi, quali gli invasi sotterranei oggi resi possibili anche in Italia dal Decreto ravvenamento 100/2016”, prosegue Uricchio. “Gli invasi sotterranei consentono la ricarica delle falde con acque di buono stato chimico, poiché favoriscono l’autodepurazione, e offrono numerosi vantaggi di sostenibilità economica ed ambientale: riducono il rischio idraulico e di erosione costiera, prevengono la subsidenza, evitano l’interrimento, non prevedono significativi consumi di suolo. Si tratta anzi di opere che vanno oltre il ripristino della permeabilità del terreno, ostacolata dalla diffusa cementificazione, o la realizzazione di opere di contenimento che limitino la dispersione delle acque in mare. Inoltre hanno un costo di realizzazione di circa un quinto rispetto a quelli tradizionali”.

Nell'estate 2017, la quarta più asciutta degli ultimi due secoli, le ondate di calore sono state più frequenti e più intense in 571 città europee, con un triste primato per Roma e con un incremento della siccità nell’Europa meridionale. Le analisi mostrano che 0,5 °C di temperatura media in più aumentano di quasi 2,5 volte la probabilità di eventi mortali con oltre 100 vittime per gli effetti diretti delle temperature, a prescindere da siccità, alluvioni e altri danni.

 

Il Lago di Bracciano

 

 

Le certezze relative ai cambiamenti climatici ed ambientali rendono imprescindibili scelte strategiche incardinate su solide basi scientifiche e opportuni indirizzi di adattamento, tra cui:

 

 

 

 

 

 

Per quel che concerne i composti perfluorurati (PFAS), i pesci di due grandi laghi Italiani su cinque presentano concentrazioni di PFOS maggiori del limite stabilito dalla Comunità Europea (9 ug/kg pf). IRSA-CNR, con Regione Veneto, ARPAV e UNIPD sperimenta tecnologie "verdi" per la rimozione di PFAS dalle acque irrigue del Veneto con il progetto "LIFE-PHOENIX". Gli scolmatori di piena delle fognature urbane sono per esempio una sorgente di inquinamento che causa impatti significativi sulle acque superficiali. IRSA–CNR ha sviluppato indagini ad alta risoluzione temporale che consentono di stimare i carichi inquinanti in modo affidabile.

“L’acqua è molto più di un bene commercializzabile, è un elemento di vita”, conclude Uricchio. “Le norme alimentano un sistema di tutela e valorizzazione ecologica e la direttiva approvata lo scorso 16 marzo sottolinea la centralità dell’acqua nelle interazioni dei temi ambientali con quelli dello sviluppo economico. Gestire l’acqua in modo sostenibile significa creare nuovi equilibri tra risorse idriche, bisogni primari dell’uomo, sviluppo e ambiente”.

 

 

 

In occasione della “Giornata mondiale dell’acqua”, l’ENEA presenta nuove tecnologie per il monitoraggio in tempo reale dei consumi idrici, software per la comunicazione “gestore-utente” dei consumi e per la valutazione della sostenibilità economico-ambientale, ma anche soluzioni per il dimensionamento di serbatoi per il riciclo delle acque piovane e grigie e di tetti verdi, con risparmi fino al 60% sui consumi di acqua per usi non potabili. Si tratta di risultati realizzati dal progetto per l'utilizzo sostenibile della risorsa idrica negli edifici e in ambito urbano “Green Smart Technology for Water” (GST4Water), presentati oggi a Ferrara nel corso dell’evento conclusivo.

 

 

 

 

 

 

 

Nell’ambito del progetto, al quale partecipano ENEA e le Università di Ferrara e Bologna, sono state monitorate oltre 300 utenze, tra cui il Centro ENEA del Brasimone (Bologna), e sono stati installati 12 kit innovativi, in grado di raccogliere le misurazioni dei contatori, salvarle su piattaforme cloud, renderle disponibili sia agli utenti finali che ai gestori del servizio idrico integrato e in caso di malfunzionamenti, perdite o anomalie, di lanciare anche un ‘early warning’ per permettere di individuare e risolvere il problema.

È stata inoltre sviluppata un’interfaccia che permette a ogni utente di controllare da computer, tablet o smartphone il proprio consumo d’acqua complessivo e delle ultime 24 ore e rendersi conto di eventuali perdite attraverso una semplice icona. Inoltre, con questo sistema sarà possibile misurare direttamente il proprio consumo di acqua senza bisogno di personale in loco, e in base a indicatori di “performance ambientali ed economiche”, confrontarlo con quello della propria community di riferimento.

All’interno del progetto è stato anche sviluppato uno strumento software per il dimensionamento dei serbatoi di accumulo negli impianti per il recupero e il riuso delle acque piovane e grigie che,  tenendo conto della pluviometria delle principali città dell’Emilia-Romagna e delle differenti superfici di raccolta (coperture impermeabili, verdi, in ghiaia, ecc.), è in grado di stimare i consumi di acqua non potabile approvvigionabili mediante acque grigie e acque piovane, permettendo una migliore progettazione dei sistemi di recupero che consentono risparmi fino al 60% su questo tipo di consumi idrici.

Grazie al progetto GST4Water è stato messo a punto anche un sistema di monitoraggio di un tetto verde sperimentale, situato presso l’Università di Bologna, che ha consentito di analizzarne il comportamento idrologico e di riprodurlo attraverso un modello numerico. Tale modello è stato utilizzato all'interno del software di dimensionamento dei serbatoi per tenere conto della diversa natura delle superfici di captazione.

 

I contatori

Il progetto GST4Water ha visto la partecipazione di oltre 20 tra docenti e ricercatori dei settori dell’ingegneria civile e idraulica e dell’ICT dell’Università di Ferrara (laboratori Terra&AcquaTech e MechLav), dell’Università di Bologna (CIRI-EA e CIRI-EC) e dell’ENEA (Laboratorio Energia Ambiente di Bologna).

Per la tutela della risorsa acqua e contro il deficit idrico, è disponibile anche il modello pilota sviluppato dall’ENEA che punta a riutilizzare le acque reflue depurate e sfruttare le potenzialità autodepurative dei sistemi naturali per recuperare, riqualificare e ampliare le aree umide soggette a deficit idrici e a processi di inquinamento, coniugando economicità e basso impatto ambientale. L’estensione dell’area umida ottenuta grazie alla riqualificazione e rinaturalizzazione inoltre può costituire un argine naturale contro gli incendi e una preziosa riserva per fornire acqua durante i periodi di siccità. Il modello, presentato a Parma in occasione dell’evento internazionale “Labirinto D’Acque 2018”, è stato sviluppato nell’ambito del progetto “WaterDROP” per la gestione integrata delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo.

 

Il Galileo