Il futuro delle auto elettriche

 

di Bartolomeo Buscema

 

Le batterie per l'auto elettrica proposte dall'ENEA

Tutti sappiamo che le emissioni dei gas di scarico delle  nostre automobili  rendono l’aria delle nostre città irrespirabile e nociva, contribuendo  anche  al riscaldamento del pianeta. Un serio problema che è stato già affrontato durante il summit sul clima globale di Parigi, nel dicembre 2015 e per il quale i rappresentanti dei paesi convenuti hanno stabilito di mettere fine, in tempi ragionevoli, alla vendita di automobili a benzina e diesel. Registriamo che nel mondo, in questo momento, circolano quasi un miliardo di autovetture. Per riuscire a contenere il riscaldamento medio globale della Terra sotto i due gradi centigradi, come proposto a Parigi, è necessario che entro venti anni si arrivi a 600 milioni di auto elettriche. Oggi sono appena due milioni, lo 0,2% del totale. Sembrerà strano ma oggi la Cina è il Paese dove si vendono più auto elettriche grazie a un piano di incentivi. Seguono gli Stati Uniti che nel 2017 sono diventati il secondo mercato al mondo per vendita di vetture elettriche grazie anche agli incentivi dell’era Obama. Nel 2017 il mercato delle auto elettriche è cresciuto anche in Europa, ma a un passo più lento rispetto a Cina e Stati Uniti. Oggi, per le strade del Vecchio Continente, circolano 501.798 vetture elettriche di cui circa duemila sono state immatricolate nel nostro Paese. Una quantità minima legata al fatto che in Italia gli incentivi sono fra i più bassi d’Europa — circa 3.000 euro contro una media di 9.000 — e che ci sono poche colonnine per la ricarica. La nazione in testa alla classifica per la vendita di auto elettriche si trova la Norvegia dove, grazie a una capillare rete di ricarica, il 52% delle auto immatricolate a dicembre 2017 erano vetture a trazione elettrica. Oggi, nel paese scandinavo, il 20% delle auto circolanti sono elettriche; con l’obiettivo di arrivare al 100% entro sette anni. A rallentare il mercato mondiale delle auto elettriche, per ora, è l’elevato prezzo delle vetture e la scarsità di colonnine di ricarica. Oggi, il prezzo in media si aggira sui trenta mila euro per autovettura, su cui pesa fino al 50% la batteria. Bisogna, però, dire che il prezzo delle batterie è in continua discesa. Secondo uno studio di Bloomberg, dal 2010 a oggi il costo delle batterie al litio è diminuito del 73%, passando da 1.000 dollari per kWh di energia elettrica accumulata a 273 dollari nel 2016. Nei prossimi anni, l’obiettivo è scendere fino a 124 dollari per kWh. Per quanto concerne le colonnine di rifornimento, in Italia sono 4.207 in 2.108 postazioni, una ogni 14.388 abitanti. La Germania è in testa con 22.708 colonnine, una ogni 3.620 persone. In Norvegia, invece, le colonnine sono 7.855, una ogni 671 persone. In totale, in Europa sono settanta mila i punti di ricarica pubblici, mentre nel mondo si arriva a 1,45 milioni di colonnine.Veniamo ora al costo di esercizio. Se analizziamo il rapporto fra il costo di ricarica e chilometri percorsi, le auto elettriche sono più convenienti di quelle a benzina: con 1,4 euro si percorrono 18 chilometri con una vettura a benzina o diesel, 23 chilometri con un’auto elettrica ricaricata in una colonnina pubblica, e addirittura 39 chilometri se si ricarica la batteria con l’energia elettrica della propria abitazione. Purtroppo, ancora oggi, le auto elettriche hanno una ridotta autonomia e tempi di ricarica troppo lunghi, legati alla capacità della batteria, alla potenza della colonnina e a quella della caricabatteria installato a bordo. C’è, infine, un ultimo aspetto non trascurabile che riguarda la disponibilità di energia elettrica in un contesto mondiale di continua crescita della domanda. L’auspicio è che l’energia elettrica sia prodotta, per la maggior parte, da fonti rinnovabili. Una via obbligata se vogliamo limitare il famigerato effetto serra che tanti problemi sta creando al nostro Pianeta blue.

Il Galileo