I LIBRI

 

Gabriele Pagani: Storie d’acqua – fontanili, fiumi, navigli, canali. Costo 16 euro.

Recensione di  Pia Bassi

 

 

La città giace su un mare d’acqua che dai vicini monti scende nei laghi e al piano per riaffiorare in superficie fresca e cristallina, non più visibile, ma c’è: a Buccinasco le risorgive o fontanili sono bene visibili in un laghetto dalle acque cristalline. La Provincia di Milano, vent’anni fa, ne ha censiti cinquecento.

         In questi giorni si parla spesso di riapertura dei navigli, un dedalo di vie d’acqua che è stata coperto dal 1929 per farne strade, per il traffico automobilistico che stava crescendo e per trasformare Milano in una città dinamica e rumorosa. Togliere chilometri di cemento, è un’opera colossale come lo è stata la copertura, che l’attuale sindaco Giuseppe Sala ha dichiarato ai media sarà iniziato nel 2020. Le acque però devono scorrere pulite, i fondali tenuti in ordine e i navigli, fiumi o canali, non presi per discariche di oggetti piccoli e grandi come spesso si trova nella Martesana o nell’Olona. Una riflessione: se si fa fatica a tenere in ordine un’aiuola – come quella di piazza Duomo piantumata a palme – come possiamo sperare nella manutenzione di chilometri di corsi d’acqua che se diventano puzzolenti non si potranno definire romantici? Che effetto farà la città nel suo nuovo aspetto? Il Comune di Milano dovrà assumere i “campari” per la loro cura?

         La storia di questo mondo milanese sotterraneo liquido è stata ben documentata dallo scrittore/giornalista Gabriele Pagani in un libro di 274 pagine, 150 immagini storiche ed attuali – 80 a colori - , che è stato presentato con successo il 22 marzo presso la Biblioteca di Crescenzago (antico comune milanese bagnato dalla Martesana).

Pagani esordisce puntualizzando che Milano è una delle poche città capitali importanti fin dall’antichità che non è attraversata da un grande fiume – che un tempo fungeva da autostrada – come Roma, Torino, Parigi, Budapest, Vienna – e come mai fu scelto questo terreno acquitrinoso per costruire edifici importanti in pietra e marmo come prevedeva l’edilizia romana? Che l’antica Milano fosse situata a Castelseprio nella valle dell’Olona? Gli scavi archeologici non ne danno la certezza. E allora come hanno trasportato pietre e marmi dalle Prealpi varesine e comasche? Per esempio è stato trovato il sito dove hanno scavato le colonne dell’attuale chiesa di San Lorenzo in epoca romana: nel lago di Como o Lario nei pressi di Varenna i sub hanno scoperto le cavee ora sommerse. I marmi rosa per la costruzione del Duomo sono stati estratti a Candolia, Varese, e trasportati con barche sulle acque dei navigli. Tuttora la Fabbrica del Duomo si rifornisce per i restauri dalla cava di Candolia.

Tre i fiumi che vertevano dai monti verso Milano: Vepra, Nirone, Acqualonga e poi il Seveso, la Martesana che alimentavano navigli, conche, canali di collegamento. Il Vepra poi diventò Olona. Tanti gli aneddoti legati ai navigli e storie di un tempo che si evidenziano negli edifici che sopravvivono nella Milano storica che deve rubare spazio agli edifici moderni. Pagani ci fa rivivere la Milano dei navigli grazie al suo lavoro di ricerca nella fondamentale documentazione d’archivio e le risultanze archeologiche. Così ha scoperto che il naviglio di epoca romana Vepra, nel Duecento circa diventa Olona perché derivato da tale fiume e poi questo idronimo rimane nella parlata popolare. Milano ha anche navigli sconosciuti o perché ormai coperti e dimenticati o perché progettati nel ‘500 e mai realizzati, come il naviglio tra Como e Milano, Varese e Milano, Il Naviglio del sale, per il collegamento tra la città e il Po e poi l’Adriatico con il porto di Venezia.

Il libro non trascura le terne imperiali di epoca romana (quando Milano diventa capitale dal 286d.C. al 402 d.C.) localizzate in corso Europa e, anche le acque oligominerali, scoperte per caso durante gli scavi di pozzi presso l’Arena e per le quali viene progettato, a metà del secolo scorso, uno stabilimento termale per i milanesi, mai realizzato

Il Pagani ha trovato anche delle grida che avvertivano i barcaioli del pericolo “pirati”, soprattutto di notte, perché i barconi non trasportavano solo rocce, sabbia, ghiaia e marmi, ma anche materiali pregiati.

Quindi: navigli, darsene, laghetti, conche e chiuse se dovessero essere riportati in vita, saprebbero ricreare una atmosfera romantica non stucchevole (ovvero solo per turisti) come riportano i quadri di Inganni? Già da un paio d’anni lungo la Martesana all’altezza di Melchiorre Gioia, Cassina de’ Pomm, un gruppo di artisti, Il Ponte degli artisti, si trova una volta al mese per esporre le proprie opere, ricreando una piccola Montmartre. Il 14 Aprile 2018, la prima esposizione dalle 9 del mattino fino alle 18. Esposizioni ed incontri anche sul Naviglio grande e il Naviglio Pavese.

Il libro è disponibile presso Hoepli Milano e altre librerie convenzionate oppure farne richiesta all’autore: info@edlin.it

Il Galileo