Antonio Canova scultore

antesignano del “multiplo d’autore”

In punta di scalpello, il segreto di come fare copie perfette nella sua gipsoteca a Possagno di Treviso

 

Paolina Borghese

 

di Pia Bassi

 

         Nella settimana del design e dell’arte che ogni anno si celebra a Milano in aprile col MI Art, Salone del Mobile, Fuorisalone, Fuorisalmone,  vernissage multipli di artisti noti e non, dove le proposte più eccentriche lasciano allibiti i pazienti voraci visitatori che macinano chilometri, pensare al Canova come uno dei più importanti scultori italiani, ti fa credere nell’Arte.(A sinistra, Amopre e Psiche)

Proprio recentemente al cinema Anteo di Milano ho potuto apprezzare un docufilm sull’Arte: Canova, un omaggio al massimo maestro del Neoclassicismo, considerato l’ultimo grande artista italiano di livello mondiale.

Francesco Invernizzi fondatore e AD di Magnitudo Film è il regista del film e racconta la storia di Antonio Canova - nato a Possagno nel 1757 e morto a Venezia nel 1822 – fin dalla sua infanzia quando rimasto orfano di padre la madre si risposa e lo affida al nonno capomastro e scalpellino. E’ dal lui che il piccolo Antonio impara il mestiere ed è il senatore Falier che si accorge delle sue dote eccezionali e lo manda a studiare a Venezia presso noti maestri del Settecento. E’ la sua fortuna. Nel 1773 scolpisce Orfeo e Euridice, Apollo, Dedalo e Icaro nel 1779.

Canova diventa un artista internazionale, la sua fama lo porta in Francia, Inghilterra, Russia ed infine a Roma dove apre il suo studio e diventa più che famoso. Viaggia per il mondo ma non lascia mai Possagno, il suo paese natale vicino a Treviso.

 

“Le tecniche di ripresa 8K HDR rivelano dettagli poco conosciuti e soprattutto mostrano lo stesso punto di vista di Canova raccontato dalla voce di chi conosce perfettamente i suoi capolavori: Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Canova di Possagno e di Mario Guderzo, direttore del Museo e Gypsotheca Antonio Canova di Possagno. Il film di 96’ è introdotto da Vittorio Sgarbi: Canova è la sintesi dell’intera civiltà artistica occidentale. Maestro dell’idea di una bellezza senza tempo e senza limite, un artista dell’armonia, delle misure perfette e di un mondo perduto”.

Il Prof. Mario Guderzo storico direttore della sede museale della Gipsoteca, nel film approfondisce i miti che ispirarono le figure e presenta i prestigiosi committenti che lo finanziarono. Canova divenne il Maestro così famoso che tutto lo volevano incontrare nel suo laboratorio studio a Roma. Nel 1802 e nel 1816 Napoleone lo chiamò a Parigi per dirigere il Museo, ma non accettò. Nel 1799 immortalò Napoleone come Marte pacificatore in un busto e un nudo. Fece la scultura di Paolina Borghese in Venere vincitrice e il ritratto di Maria Letizia. Le sue opere più note: Amore e Psiche 1787-1793 e le Tre Grazie 1812-1817.

Le Grazie

Raggiunse la fama in Europa tra il 1800 e il 1815 e proprio a Parini nel 1815 rivendica all’Italia i tesori d’arte asportati dai francesi. Condotta a buon termine la missione, si recò a Londra dove ebbe la rivelazione dell’arte del grande scultore greco Fidia ammirando le sculture del Partenone.

Le ultime sue opere: Le Tre Grazie, Marte e Venere, il monumento degli Stuart in San Pietro, il monumento di Carlo III° di Borbone a Napoli sono la prova che la sua arte primeggia ovunque e molti sono gli artisti che si formano alla sua scuola. Le sue sculture esprimono una elegante armonia della forme che piace ai committenti (principi, re, nobili, che trattava alla pari ) tanto che gli chiedevano copie dei suoi splendidi originali. Ovviamente chi chiedeva di possedere un unico pezzo originale, sapeva che il prezzo era molto alto. Era lo stesso Canova a trattare e il re d’Inghilterra pagò una cifra considerevole per un’opera che ora è in una collezione privata inglese. Le sculture duplicate venivano eseguite precise all’originale e tutte fatte in punta di scalpello.

La Gypstotheca di Possagno voluta dal fratellastro che portò da Roma su nave e carri tutti i bozzetti ed i modelli originali di Antonio, sono la prova della grande maestria del Canova che scelse di essere sepolto a Possagno nel suo Tempio sacro di stile classico.

Venere e Marte

Velerio Favero, sindaco di Possagno, ne è orgoglioso. Il paese conta 2.200 abitanti circa che ogni anno viene visitato da cinquantamila persone attratte dall’arte del Canova. Una invasione più che gradita in un territorio di gradevoli colline ricche di agricoltura e vigneti che assicurano per la ristorazione prodotti di qualità.

Il prossimo ed ultimo film della serie “L’arte al cinema” sempre di Magnitudo con Chili è “Palladio”, all’Anteo il 20,21 e 22 maggio.

 Il Galileo