Mostre d’arte

Una retrospettiva delle opere di Giampaolo Talani

 

L'uomo che parte, olio 2011 (collezione privata)

di Silvia Talli

E’un soffio di vento quello che pervade le opere di Giampaolo Talani; una brezza persistente che sembra avere una mira precisa e ineluttabile: le persone, uomini e donne indistintamente. E’ un afflato vitale che pare non avere pause o cedimenti e accompagna, quasi spingendola, un’umanità in movimento, in tensione costante verso qualcosa.

A questo artista toscano morto prematuramente poco più di un anno fa, è stata dedicata una grande retrospettiva dal titolo “Anima sola”, grazie alla quale dal 30 aprile al 24 maggio è possibile ammirare, presso la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, ben 65 dipinti ed alcune sculture in bronzo.

La mostra consente di addentrarsi in maniera semplice ed immediata nel mondo di questo artista del quale viene riprodotto lo studio. Ad accogliere il visitatore compare subito il cavalletto con la tela; ci sono i pennelli e persino gli stracci macchiati di colore, non manca neppure un secchio. I dipinti, collegati a travi di legno da sottili catene, sono sospesi come se anch’essi dovessero permettere al vento di passare senza arrestare il suo soffio vitale. Un audio ripropone le parole dell’artista che, con una semplicità che si fa sostanza, parla di sé, lasciandosi andare, fra l’altro, a riflessioni sul valore della speranza quale vera ricchezza, sulla possibilità di trovare l’eccezionale nella normalità e sul fatto che la vita è pur sempre poesia nel bene e nel male. Insomma, si respira vita che continua a scorrere, nonostante tutto; non si percepisce un’assenza.

Firenze, è sempre stata molto presente nella vita di Talani e non solo perché in questa città studiò presso l’Accademia di Belle Arti; l’incontro, infatti, iniziò molto tempo prima, quasi fosse il segno di una strada già tracciata e rappresentò il primo, folgorante contatto con l’arte nella sua espressione più alta: i musei, l’immersione sempre più profonda nell’arte rinascimentale.

In più occasioni le opere di Giampaolo Talani hanno attraversato questa città; alcune vi sono rimaste in pianta stabile consolidando ulteriormente tale sodalizio artistico e di vita: basti pensare al grande affresco “Partenze” che dal 2006 si trova nella Stazione “Santa Maria Novella” e di cui nella retrospettiva fiorentina si trovano sei sinopie originali.

Partenze per l’appunto. Non poteva essere altrimenti, del resto, e non solo per la collocazione dell’opera all’interno di una stazione ferroviaria.

Il tema della partenza, come evoluzione e trasformazione a cui è “naturalmente” chiamato l’uomo, è costante e centrale nella sua produzione artistica.

Gli uomini e le donne di Talani appaiono in primo piano sulla tela, quasi sempre lungo una battigia Talora si presentano frontalmente e sembra di cogliere in loro la percezione di essere ineluttabilmente destinati ad una partenza, a lasciare comunque qualcosa dietro di loro.

In altri dipinti sono raffigurati di profilo: il cammino è già iniziato, il corpo è orientato verso una direzione che non è rivelata, come se si fosse abbandonato alla spinta del vento che è flusso vitale. La percezione è giunta al grado della consapevolezza ma non c’è posto per la razionalità: si tratta semplicemente lasciarsi andare, di accettare la sfida che la vita propone attraverso quel soffio di vento che avvolge le esistenze in una sollecitazione silenziosa ma persistente.

Ciò che conta non è la destinazione da raggiungere bensì la partenza che per l’appunto nei dipinti di Talani si annuncia imminente o appena iniziata, colta comunque nella sua attualità.  La destinazione appartiene ad una dimensione interiore ed individuale mentre la necessità di affrontare nuove partenze fa parte della condizione umana. Non ci si può sottrarre a questo destino come pure allo scorrere del tempo che procede inesorabile con la stessa costanza e regolarità del vento che preme sulle singole esistenze. Il tempo che scorre, esattamente come ogni partenza, lascia dietro di sé qualcosa ma se sottrae offre al contempo la possibilità di aggiungere altro a ciò che vi è stato prima.

Non resta che essere pronti a mettersi in cammino, ognuno con in mano la propria valigia, perché la grande sfida a cui chiama la vita è l’evoluzione. Ecco allora l’invito ad assecondare quel vento che è afflato vitale.

Le persone raffigurate nelle tele tengono sempre qualcosa nelle mani: se non è una valigia, generalmente rossa, è una barchetta di carta come quelle che si usava fare da bambini, un pesce oppure una conchiglia. Sono questi gli elementi ricorrenti nella pittura di Talani; oggetti semplici ma identitari, pezzi della propria vita che si tengono stretti quando si affronta una nuova partenza esistenziale.

Giampaolo Talani era nato a San Vincenzo e con il mare, come con l’arte, aveva un legame indissolubile. L’umanità che prende corpo nelle sue tele è raffigurata per lo più lungo una battigia, il mare, sempre sullo sfondo, è di un azzurro intenso. A volte sono presenti piccole navi colorate che sembrano sospese o addirittura sollevate dal vento esattamente come gli ombrelli a righe, uguali a quelli da spiaggia, che volteggiano come in una danza : il soffio vitale del vento, infatti, rimescola le carte, scardina le certezze ed impone di trovare nuove basi di ripartenza.

Le cravatte, sventolano come bandiere, e persino il sole, generalmente di un giallo intenso, sembra frantumarsi in alcuni punti lasciando volare qualche frammento come fosse di vetro.

Eppure non si avverte la sensazione di un pericolo o di una minaccia incombente; al contrario il vortice di vento sembra preludere ad un rinnovamento che lascia spazio all’immaginazione e soprattutto alla speranza.

Dalla pittura di Talani emerge leggerezza insieme ad una dimensione onirica, a tratti fiabesca, sicuramente poetica. La poesia è evocata anche da una rosa, altra immagine ricorrente nelle sue opere. Una rosa rossa tenuta in mano probabilmente per essere consegnata e che quindi si fa preludio di amore e di vita.

Poesia e vitalità perché l’esistenza è comunque destinata a rimodellarsi continuamente offrendo nuovi punti di vista da cui partire.

Energia vitale evocata anche dalla musica, assai presente nell’arte come nella vita di Talani che per essa nutrì un grande amore. Si ha quasi l’impressione di sentire il suono degli strumenti dei musicisti jazz raffigurati ora in un olio su tela, ora in uno straccio d’affresco. Anche in questi dipinti la figura femminile è ricorrente.

Non mancano tele che mostrano figure rarefatte, i cui tratti sono sfumati. Il mare non è più sullo sfondo perché esse, le “ombre”, emergono dal mare di cui ora sembrano fare parte.

Non trattengono più niente fra le mani che invece appaiono aperte, rivolte verso il basso; le braccia sono penzolanti lungo i fianchi. Si vedono gli oggetti lasciati cadere; quegli stessi oggetti trattenuti quando il soffio vitale del vento alimentava l’esistenza: le conchiglie, le barchette di carta.

Partenze, litografia 2008  (collezione privata)

Si può scorgere ancora qualche piccola nave che però non è più sospesa ma anch’essa immersa nell’acqua; allo stesso modo si vedono gli ombrelli in movimento ma la loro non è più una danza che li spinge in alto verso il cielo: al contrario si dirigono in basso verso il mare.

Qualcosa però rimane comunque: segni di cammini e di partenze, di sogni e di sentimenti come quello evocato dalla rosa rossa che ora appare adagiata su una superficie o dentro un vaso perché, piace pensare, arrivata a destinazione.

La produzione artistica di Talani ha avuto approdi importanti in Italia e non solo.

Nella pinacoteca del Quirinale si trova un dipinto, “L’ombra dell’eroe”, dedicato alla figura di Giuseppe Garibaldi. Un’altra opera, intitolata “Mille uomini”, è collocata nel Museo del Risorgimento che ha sede a Roma, al “Vittoriano”.

Dell’artista toscano sono anche due copie di un busto dell’”eroe dei due mondi” che gli furono commissionate in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dall’Unità d’Italia: una presente a Palazzo Madama, presso la sede del Senato, l’altra collocata al Quirinale.

Talani è stato anche autore di sculture in bronzo nate tutte dalla sua pittura.

Per citarne qualcuna, “Fiorenza”, un bronzo dedicato a Firenze e a tutte le donne; l’opera, si trova proprio al centro di Piazza San Iacopino, nella parte Nord della città, dove è giunta dopo una prima esposizione in Palazzo Vecchio.

Nella sua San Vincenzo, all’ingresso del porto turistico, svetta “Il marinaio”, scultura in bronzo di ben 7 metri. Dedicato alla popolazione dell’Isola del Giglio che tanto si era spesa in occasione del naufragio della Costa Concordia, è il bronzo di 3 metri “L’uomo che salva il mare”.Vale la pena ricordare, inoltre, che la Stazione ferroviaria di Venezia “Santa Lucia” ha ospitato temporaneamente la scultura in bronzo “La rosa dei venti” precedentemente collocata sotto il loggiato degli Uffizi, in concomitanza con un’antologica recante lo stesso nome che Firenze aveva dedicato a Talani nel 2008.

Varcando i confini nazionali come non citare “Partenza”, un bronzo di 4 metri collocato nella Piazza antistante la principale stazione di Berlino e che ora si trova in Washington Platz. Proprio nella capitale tedesca dove Talani, unico artista straniero, fu invitato nell’ambito delle celebrazioni per il ventennale della cadute del muro, fu installato “die Mauer - gli ombrelli della libertà”.

Quegli stessi ombrelli svolazzanti che invitano a scoprire la poesia ed il sogno ad ogni partenza.

 

 Il Galileo