BUON SENSO

Cos’è, quali gli effetti della sua presenza e della sua assenza

 

di Pietro Francesco Bayeli

 

Il Buonsenso, che già fu capo-scuola,

 ora in parecchie scuole è morto affatto;

la Scienza,sua figliuola l'uccise, per veder com'era fatto

Giuseppe Giusti

 

 

Applicare nelle azioni, nei fatti,  nei colloqui, nelle discussioni,  insomma nei rapporti umani  il cosiddetto “BUON SENSO” corrisponde a:  parlare, fare, agire in libertà ma anche in reciproca  tolleranza con logica, pragmatismo, razionalità, etica e  morale. Quanti  principi, valori,  ma  anche concrete realtà racchiudono queste  due piccole, semplici parole: ”BUON SENSO”. Quanto difficile averlo questo “BUON SENSO”, conquistarlo, preservarlo, rinnovarlo ogni volta che l’umana natura, i sentimenti estremi di amore e odio, di bene e male, non riescono ad essere governati da un  pacato, chiaro, ragionato intelletto. E’ infatti proprio della natura dell’uomo la tendenza a sbilanciarsi verso un estremo o il suo opposto, senza rendersi conto, se non in tempi successivi, del grossolano errore che avrebbe potuto essere evitato con un poco di razionale meditazione, di equilibrio,  di “BUON SENSO”. Come l’equilibrista sul filo, nella relatività tra movimento e perpendicolarità,  trova l’optimum per un   sicuro  percorso, così l’uomo,  in possesso di logica e razionalità, deve cercare in ogni suo pensiero, in ogni rapporto umano, il giusto equilibrio del proprio BUON SENSO.

 Un  esempio di buon senso  può essere il rapporto che ciascuno di noi ha con la propria abitazione: la casa di proprietà  dove ciascuno di noi si sente a suo agio, perché  costruita,  comprata secondo i propri gusti, le proprie esigenze, gustata sensitivamente come  la propria “tana”, il proprio rifugio,  dove si è disposti ad ospitare parenti ed amici,  graditi come persone e  per periodi  con essi concordati.  Parenti e amici di buoni costumi,  disponibili  ad adattarsi  alle abitudini della famiglia, della casa.

 In estenso,  le stesse condizioni, rapporti e vicissitudini  esistono per la “Casa Italia”, la Casa degli Italiani, coesi per lingua, cultura, storia, identità. L’accoglienza di immigrati corrisponde a quella degli ospiti di casa propria: deve essere regolata da parte degli ospitanti al fine di non rendere un inferno la vita sia dei padroni di casa che degli stessi ospitati. Questi  ultimi devono collaborare a questa buona convivenza con comportamenti adeguati,  adattandosi,  integrandosi , poiché sono  loro  che si sono  affacciati sulla proprietà  e  sulla vita dei  padroni di casa. Questi Italiani, genericamente umani, di buon cuore, curiosi della natura,  della cultura, degli usi e costumi di altre genti,  anche se di civiltà spesso arretrate, nel fondo dell’animo non sono “razzisti”, lo diventano, come qualsiasi altro essere vivente,  se prevaricati, impediti nelle proprie naturali manifestazioni  di vita, impauriti, spaventati per la propria sicurezza e incolumità. Solo tempo, ordine, regole, “BUON SENSO” possono conciliare ospiti ed ospitanti, fino ad una naturale, umana, civile  amalgama.

 

Un altro esempio così lampante da essere forse  inutile nella sua dimostrabilità  è tra la classica, ancestrale famiglia composta da uomo, donna, bambino-i  e le coppie LGBT (Lesbiche,Gay,Bisessuali,Transessuali).

Il primo tipo di coppia è quello della “fecondazione”,  creatosi   naturalmente secondo  le   Leggi della Natura  ai fini di una  procreazione per il mantenimento della specie; il gruppo LGBT fa parte invece di quelle varianti biologiche, presenti in tutte le specie naturali,  determinate dall’intervento casuale e causale di vettori genetici, ormonali, ambientali, che a tutt’oggi per buona parte sfuggono alla nostra conoscenza, alla nostra interpretazione. Sono quindi, nel   naturale  contesto umano  delle biologiche variazioni rispetto alla più comune e principale linea procreativa  finalizzata al proseguimento della specie;  varianti della natura che vanno  naturisticamente e  legalmente  accettate nella caleidoscopica multiformità della razza umana. In generale in una famiglia classica, normale, dalla linea comune e principale queste forme di varianza sessuale o non vengono accettate, o  vengono più o meno malamente  sopportate, oppure  con razionalità vengono riconosciute per quello che sono: varianti della natura. I più, nella evoluzione laica dei tempi,  sono disposti a riconoscere i diritti di questo tipo di persone, nell’intima naturalistica speranza di non esserne coinvolti: “accetto con  razionalità  il fatto compiuto, i diritti annessi, ma preferisco non avere se possibile un figlio o una figlia LGBT”.

Eppure questo tipo di persone hanno  qualità che spesso, fortunatamente, fanno  dimenticare la  critica a questa variante sessuale: sono spesso   persone  con  particolare e vivace  intelligenza,  spiccate doti artistiche,  acume filosofico,   pragmatismo.

Sicuramente la tradizione cattolica ha contribuito, soprattutto in Italia,  sede Apostolica Romana del Papato, alla generale, tenace ed ipocrita  avversione al sesso in generale, e  soprattutto  verso questo tipo di naturali varianti sessuali. Ipocrita perché, seppure fieri assertori della sacralità della famiglia,  in una  paciosa accettazione del sesso a solo scopo procreativo,   nella sottintesa condanna di un focoso amplesso esito di un carnale desiderio,   sacerdoti di basso ed alto lignaggio hanno presentato,  apparentemente condannandole, questo tipo di deviazioni sessuali.  La storica italica struttura  ecclesiale ha dogmatizzato e radicato l’avversione alle naturali varianti sessuali e solo l’attuale espansione della idea liberale e laica sta dando spazio biologico e legale alle varianti  LGBT. Singolarmente  possono certamente  non piacere, tuttavia vanno necessariamente riconosciute come parte,  seppure minore,  della mutevole razza umana. Sbagliata l’esaltazione sessuale  così come la condanna irrevocabile di queste persone:  al solito il primo giudizio dell’uomo pencola facilmente nell’estremismo di una favorevole esaltazione  contro una assoluta fanatica ricusa. Dobbiamo accettare ciò che la Natura ci offre perché siamo incapaci di contrastarla, modificarla, addirittura cambiarla:  possiamo solo adattarci ad essa cercando, con il buon senso, di trarne il maggior vantaggio possibile.

Ciò che invece non risulta fisiologico, biologico, addirittura contro natura è l’adozione di un figlio che appare del tutto innaturale per una coppia omosessuale. Purtroppo la scienza, seppure nel tentativo di migliorare i problemi  di infertilità tra coppie eterosessuali, per il solito, facile abuso umano  finisce per imboccare contorti sentieri di inseminazione, di uteri in affitto atti a concedere egoistiche soddisfazioni di coppie omosessuali o di singole persone. Anche sotto l’aspetto giuridico è controproducente la possibilità di adozioni di neonati da parte di coppie lesbiche o gay. In tutti  questi casi l’errore fisiologico sta nella evoluzione  psicologica del bambino che per sviluppo e maturazione  dovrebbe seguire le naturali leggi della natura e solo successivamente e in piena  libertà appalesarsi quale variante naturale se questo sarà il suo istinto. L’equilibrio, il buon senso dovrebbero indicare la via naturale di una buona e naturale famiglia e di una buona  e ordinata scuola ai fini della creazione di un onesto cittadino che, per possibile variante sessuale, non cessa necessariamente di essere tale.

 

Ultimo esempio di carenza di buon senso,  a causa di un ideologico sbilanciamento,   è l’attuale generalizzato, globale  “terrorismo buonista” che impone una falsa, melensa, mielosa bontà basata si  sul collettivismo,  ma  degli altri, quindi escludendo e salvaguardando il  proprio individualismo, il proprio potere, il proprio egoismo, la propria identità. E’ l’invito ad una resa senza limiti, ad una accettazione incondizionata, ipocritamente valida solo per gli altri. L’attuale tendenza buonista è da considerarsi terroristica in quando impositoria, sovrastante, prevaricante su coloro che hanno diverso parere e quindi non l’accettano o più semplicemente la criticano. Da tempo è ormai in atto  la  censura sotto forma del  “Politicamente Corretto” che pone l’ostracismo lessicale  per   parole come Zingari (Rom), Negri (Neri), Immigrati (Migranti), terzo mondo (paesi emergenti), e condannando per brutale  islamofobia chi  prova a dissentire seppure laicamente dal Corano. La stessa legislatura e magistratura sono state coinvolte in  questa moda buonista tanto da pervenire a pene buoniste, dolci, incerte fino al punto di risarcire chi assale e punire chi è assalito.

Viene richiesta, imposta una obbligata indiscussa partecipazione, una dogmatica imposizione alle comuni assolutistiche mode ideologiche del momento, salvo poi, dopo qualche tempo, cambiare completamente opinione, pensiero, ideologia. Non sarebbe meglio di questo ondeggiamento continuo e irrazionale, avere l’equilibrio realistico e di buon senso di un pensiero logico e razionale? Ma forse questo fluttuare  è la forma di  vita connaturata alla umana natura, come afferma Zigmund Baumann nella sua “liquida umanità”. Se ci pensiamo con un poco di raziocinio non dovremmo essere così sciocchi e fatui come avviene ad esempio  per le mode dell’abbigliamento che, accettate passivamente, cambiano ogni anno a fini di lucro, bensì dovremmo pensare secondo le regole della razionalità, nel relativo  equilibrio del “BUON SENSO”.

Il Galileo