Bioplastiche e biochemicals

La chimica per la bioeconomia

 

di Giuditta Bricchi

 

Prodotti in MATER-BI

La chimica ha un ruolo di primo piano nel promuovere lo sviluppo sostenibile e la bioeconomia (economia fondata su risorse biologiche ). Il sacchetto in bioplastica che troviamo  al supermercato, come molti prodotti chimici  utilizzati in campo farmaceutico, cosmetico e alimentare,  rappresenta  un  esempio di chimica sostenibile.

 

 Bioeconomia, rivoluzione del terzo millennio

La bioeconomia è  una teoria economica fondata dall’economista rumeno Nicholas Georgescu-Roegen  (1906-1994). Essa prevede che lo sviluppo della società avvenga rispettando i concetti di sostenibilità  sociale, economica ed ambientale. L'economia sostenibile si fonda sulla capacità del sistema Terra di ripristinare, in un certo periodo, le  energie utilizzate. L'utilizzo delle risorse deve  consentire alle stesse di potersi rigenerare in modo da essere disponibili,  in quantità  costante,  per le generazioni future. Questo  modello di sviluppo presuppone una riorganizzazione culturale, scientifica e politica della vita sociale. In un’economia sostenibile i sistemi  finanziari vanno rimodulati in base  alla capacità rigenerativa dell'ecosistema. E’necessario cioè considerare di pari importanza   il sistema ecologico e il sistema economico, recuperando ed integrando  i  concetti dell'economia tradizionale e dell'ecologia.

 

Economia circolare

Il modello di crescita economica che ha caratterizzato gli ultimi 150 anni di storia è stato di tipo  lineare. L’economia industriale era basata sull’estrazione di materie prime sempre nuove, sul consumo di massa e sullo scarto dei prodotti, una volta raggiunta la fine vita. Questo flusso di estrazione e dismissione di materia ha causato effetti ambientali dannosi, come la contaminazione dei mari e della terra, il dramma dei rifiuti, le emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico e guerre sanguinose per il controllo delle materie prime, insieme a forti diseguaglianze sociali. L’economista  Nicholas Georgescu-Roegen  e altri pensatori illustri hanno elaborato modalità alternative all’economia lineare  per fermare lo spreco di materia e l’inquinamento da fonti fossili, promuovendo   la produzione efficiente, il riciclo e le energie da fonti rinnovabili. Il risultato di anni di ricerche e sperimentazioni per un mondo più sostenibile è confluito nel concetto di economia circolare, cioè un modello di economia che riduce ed elimina lo scarto, differenzia le fonti di approvvigionamento di materia e fa vivere più a lungo i prodotti di consumo, massimizzandone il valore d’uso.

 

Mater-Bi in granuli

L’Europa e la bioeconomia

Dopo la conferenza sul clima di Parigi (COP21) del dicembre 2015, la strada verso la bioeconomia è  diventata irreversibile. Nell’ ottobre 2018 la Commissione Europea ha presentato un piano d’azione che mira a sviluppare una bioeconomia circolare e sostenibile a beneficio della società, dell’ambiente e dell’economia. "La bioeconomia è il cibo che mangiamo, gli abiti che indossiamo, i prodotti che usiamo. Occorre mostrare tutto ciò ai cittadini europei" è il messaggio lanciato da Carlos Moedas,  Commissario europeo alla Scienza, Innovazione e Ricerca. "Adesso abbiamo una strategia e un piano d'azione. Il nostro successo dipende da quanto saremo in grado di dimostrare ai cittadini che la bioeconomia crea valore" afferma Moedas. La strategia sulla bioeconomia, per l'Unione europea, può "Creare fino a un milione di nuovi posti di lavoro entro il 2030, con posti altamente qualificati nelle aree rurali, contribuire a raggiungere i target europei in tema di energie rinnovabili e lotta al cambiamento climatico", ha dichiarato Phil Hogan,  Commissario europeo all'Agricoltura, sottolineando  come la bioeconomia rappresenti l'unica via per coniugare crescita e creazione di occupazione con la sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici.

 

Il modello Novamont

Il modello di bioeconomia promosso da Novamont ( https://www.novamont.com/) spiega Giulia Gregori, responsabile pianificazione strategica e comunicazione istituzionale della Novamont, è  basato sull’uso efficiente delle risorse rinnovabili e sulla rigenerazione territoriale attraverso l’integrazione della chimica e dell’agricoltura. Novamont  ha attivato bioraffinerie, integrate nei territori, destinate alla produzione di bioplastiche e bioprodotti,  utilizzando fonti rinnovabili e riconvertendo siti industriali non più competitivi,  nel rispetto delle specificità locali,  in partnership con  gli attori della filiera produttiva.  L’economia circolare viene promossa ripensando in un’ottica di sistema il tradizionale modello di  produzione-consumo-smaltimento dei prodotti.  Si  parte cioè da materie prime rinnovabili per produrre manufatti che, a fine vita, si trasformeranno in una nuova risorsa.

 

Coltivazione di cardi

Il gruppo Novamont

Il gruppo Novamont, leader nello sviluppo e nella produzione di bioplastiche e biochemicals, promuove la transizione da un’economia di prodotto ad un’economia di sistema puntando sulla valorizzazione dei territori e su prodotti capaci di ridisegnare interi settori applicativi.  La sede è a Novara, lo stabilimento produttivo è a Terni e i laboratori di ricerca sono a Novara, Terni e Piana di Monte Verna (CE). Il gruppo,  tramite  consociate, opera a Porto Torres (SS), Bottrighe (RO) e Patrica (FR). E’ attivo all’estero con sedi in Germania, Francia e Stati Uniti e ha un ufficio di rappresentanza a Bruxelles (Belgio). Attraverso propri distributori è presente in Benelux, Scandinavia, Danimarca, Regno Unito, Cina, Giappone, Canada, Australia e Nuova Zelanda.  Tale complessa realtà industriale ha  radici nella Scuola di Scienza dei Materiali Montedison, dove circa trent’anni fa alcuni ricercatori iniziarono a sviluppare  l’ambizioso progetto “La Chimica vivente per la qualità della vita” per  integrare chimica, ambiente e agricoltura .

 

La bioplastica

La bioplastica è un tipo di plastica biodegradabile che deriva da materie prime vegetali rinnovabili. Il tempo di decomposizione, in compostaggio, è di qualche mese contro i 1000 anni richiesti dalle materie plastiche sintetiche derivate dal petrolio. Le bioplastiche attualmente sul mercato sono composte principalmente da farina, amido di mais, grano o altri cereali. Esse, oltre ad essere biodegradabili (in accordo con la Norma Europea En 13432 e con i programmi di certificazione rilasciati da primari enti internazionali),  non rendono  sterile il terreno sul quale vengono depositate. I prodotti realizzati con la bioplastica, come biopiatti, biobicchieri, bioposate, biocapsule,  consentono, dopo l’uso, di ricavare concime fertilizzante che può essere impiegato in agricoltura. Il MATER-BI, innovativa famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili,  è stata sviluppato grazie a venticinque anni di ricerca e innovazione ed offre  soluzioni a specifici problemi ambientali, conciliando qualità e performance dei prodotti con un efficiente uso delle risorse.

 

Trasformare  problemi  in opportunità

Ogni anno, nella sola Europa, vengono prodotte circa 96 milioni di tonnellate di rifiuto organico, di cui circa 66 milioni  vengono conferiti in discarica, con una perdita immane per tutto l’ecosistema. Gli scarti alimentari, infatti, se recuperati con la raccolta differenziata e trattati negli impianti di compostaggio, possono trasformarsi in compost, prezioso fertilizzante per i terreni e ottimo alleato nella lotta al fenomeno della desertificazione del suolo. Contrastare la desertificazione  contribuisce a combattere il cambiamento climatico e a favorire la sicurezza alimentare delle colture. Una corretta raccolta della frazione organica  dei rifiuti  con  l’utilizzo di sacchi biodegradabili e compostabili (come le bioplastiche di Novamont ) aiuta a ridurre la contaminazione da plastiche del rifiuto organico e ad ottenere un compost di migliore qualità. (Nell'immagine a sinistra: MATER-BI Processo di filmatura in bolla)

 

Agenzia europea delle sostanze chimiche ( ECHA )

ECHA  ( European Chemicals Agency ) ( https://europa.eu/european-union/about-eu/agencies/echa_it  ) è l’autorità di regolamentazione della Comunità Europea, che si occupa, in base alla legislazione comunitaria, delle sostanze chimiche  e di tutti  aspetti  ad esse collegati, come la tutela della salute umana e dell'ambiente.  ECHA, con sede ad Helsinski ( Finlandia),  assiste le società europee affinché si conformino alla legislazione comunitaria e promuove l'uso sicuro delle sostanze chimiche,  fornendo informazioni sui possibili effetti dannosi. La legislazione europea sulle sostanze chimiche si applica a tutti i settori industriali che trattano sostanze chimiche e lungo l'intera catena di approvvigionamento.

 Il Galileo