I LIBRI

 

Conquistati dalla Luna Storia di un'attrazione senza tempo di Patrizia Caraveo Raffaello Cortina editore, 2019 pp 204 euro 19,00.

Recensione di Adriana Giannini

Ce lo sentiremo ricordare da tutti i media man mano che ci si avvicinerà al fatidico anniversario: sono  passati cinquant'anni da quando, tra il 20 e il 21 luglio 1969, almeno mezzo miliardo di telespettatori di tutto il mondo ebbe l'irripetibile opportunità di assistere al primo allunaggio di un veicolo costruito dall'uomo sulla Luna. Gli astronauti Neil Armstong e Buzz Aldrin riuscirono a svolgere tutti i compiti loro assegnati, lasciare impronte, bandiera e la prima spazzatura umana nel Mare della Tranquillità e soprattutto a riunirsi al collega Michael Collins che li aspettava in orbita. Era quest'ultimo passaggio il meno clamoroso, ma il più incerto dell'intera missione tanto è vero che solo trent'anni dopo si venne a sapere che il presidente Nixon aveva già pronto il discorso “funebre” per i due eroici astronauti rimasti a morire sulla Luna perché il motore per l'ascesa non aveva funzionato. Questo e tanti altri interessanti episodi dell'accanita gara spaziale tra Unione Sovietica e Stati Uniti, iniziata il 4 ottobre 1957  quando i russi riuscirono a mettere in orbita il famoso Sputnik che, con il suo innocuo bip bip, gettò nello sconforto gli americani punti sul vivo per non essere arrivati “primi”, sono raccontati nel documentato libro che l'astrofisica Patrizia Caraveo ha realizzato per questa specialissima occasione.

Non si pensi però che il libro sia solo un'accurata cronaca di quella lunga gara che, con alterne vicende e lunghe interruzioni, ha portato alcuni uomini sulla Luna e circa 380 chilogrammi di rocce lunari sulla Terra; l'autrice ha fatto molto di più. Per prima cosa da brava astrofisica e abile divulgatrice qual è ha voluto fornirci un quadro il più completo possibile del nostro satellite che dalla notte dei tempi ha sempre esercitato una forte influenza sull'umanità regolando il lavoro di contadini e pescatori, suggerendo leggende, ispirando poeti, scienziati e comuni mortali. Come astronoma, ci descrive le geometrie celesti facendoci capire i complessi rapporti tra Terra, Luna e Sole, rapporti che spiegano il fenomeno delle eclissi (chi lo scorso anno non ha guardato quella totale capitata nell'ora e nel mese giusto, luglio, per stare col naso in aria?) e del motivo per cui una faccia della Luna non è mai visibile dalla Terra e come lettrice curiosa e informata ci parla non solo di Galilei e Cassini, ma anche di Leopardi, di Verne e di Capocci, lo sconosciuto precursore napoletano dello scrittore francese che nel 1857 fantasticò di mandare una donna sulla Luna.

Lo spazio maggiore è ovviamente dedicato alla profusione di risorse, intelligenza e tecnologie impiegate da Stati Uniti e Unione Sovietica per raggiungere l'obiettivo Luna, un obiettivo proclamato nel nome del progresso dell'umanità, il 12 settembre 1962, davanti a 40.000 persone dal presidente Kennedy “Abbiamo scelto di andare sulla Luna entro dieci anni perché è una sfida difficile, che mette alla prova le nostre migliori energie e che intendiamo vincere.”

Da parte loro i sovietici ripiegano sull'esplorazione automatica della Luna sperando di arrivare per primi a portare sulla Terra campioni di suolo lunare.

La sfida di portare l'uomo sulla Luna effettivamente la vinsero gli americani con le loro missioni Apollo e il lanciatore Saturn costruito da von Braun, anche se nel 1976 uscì un libro scritto da Bill Kaysing in cui si “rivelava” che fu il regista Kubrick ¬ quello di 2001 Odissea nello spazio ¬  a girare le famose scene della riuscita missione. Una bufala, come spiega in maniera assolutamente convincente l'autrice.

Comunque la sfida tra russi e americani assunse via via un atteggiamento meno competitivo: nel 1975 si svolse una missione congiunta Apollo-Soyuz durante la quale i due veicoli si agganciarono e i due equipaggi mangiarono e lavorarono insieme. Una bella conclusione seguita da un lungo disinteresse per la Luna sostituita come obiettivo da impegnative e soddisfacenti missioni strumentali rivolte a esplorare lo spazio e dalla realizzazione della Stazione spaziale internazionale, che ormai è diventata il terreno di esercitazione per le eventuali più impegnative esplorazioni verso  Marte.

Ma, come dice il sottotitolo del libro, la Luna non smetterà mai di attrarre l'uomo. A partire dal 2000 e con il contributo dell'imprenditoria privata, che vede nello spazio e nella Luna un nuovo business, sono state effettuate sinora svariate missioni: una giapponese, una indiana, sei statunitensi, sei cinesi e una israeliana. L'impegno più forte è stato quello dei cinesi che, ultimi a partire nel 2007, hanno inanellato una serie di successi compreso l'allunaggio di un rover nel 2013, la messa in orbita nel 2018 di un satellite che ha lo scopo di studiare la faccia nascosta della Luna e, all'inizio del 2019, lo studio con un lander e un rover di un profondo cratere vicino al Polo sud Lunare, sempre nella faccia nascosta della Luna.

L'interesse della Cina per il nostro satellite ha fatto cambiare i piani degli Stati Uniti che, con il presidente Obama erano piuttosto rivolti all'esplorazione di Marte. L'attuale presidente Trump è tornato a puntare sulla Luna con spedizioni che, avvalendosi di contributi delle molte aziende private che si stanno impegnando nelle imprese spaziali, dovrebbero diventare più sicure e convenienti.

Il libro di Patrizia Caraveo non poteva però chiudersi senza un sentito ricordo di Giovanni Bignami, suo marito e scienziato di fama mondiale scomparso nel 2017, in piena attività. Bignami era un convinto sostenitore della tesi che, ormai conquistata la Luna, bisognasse spingersi più lontano ed investire tutte le energie e le risorse per lo sfruttamento degli asteroidi e l'esplorazione di Marte. La sua opinione aveva solide basi scientifiche e pratiche. Vedremo se il tempo gli darà ragione.  

 

 

 

CALABRIA CENTRALE

I BRIGANTI DI AMATO E DINTORNI

IN UN LIBRO DI ANTONIO BRESSI

 

   Antonio Bressi: “Amato - tra galantuomini e briganti” (Titani Editori-2018-2019 –  12)

Recensione di Domenico Paravati

Che avessimo parecchio in comune, io e Antonio Bressi, lo sapevo: soprattutto l’amore per il paese natìo - San Floro-, l’affetto per tutta la Calabria che abbiamo dovuto abbandonare, la passione per il giornalismo e la manìa conseguente di scrivere sui nostri amori. Ma che arrivassimo al punto di avere entrambi  ben impressi  nella memoria due paesi un po’ distanti dal nostro, proprio no, non lo avrei  immaginato. E invece è così.  Lui ha lasciato un po’ di cuore ad Amato (le cui luci si vedono di notte da San Floro), dove aveva dei parenti e dove si recava spesso da bambino; io a Miglierina - che dista da Amato solo un chilometro - e dove mio  padre è stato ufficiale postale nei primi Anni Cinquanta. Senza dire che per andare a Catanzaro da Miglierina (Anni Cinquanta) bisognava recarsi all’Amato per prendere l’autobus. E senza contare  che la strada, non ancora asfaltata, tra l’Amato e Miglierina era battuta da me tutti i giorni con la bicicletta.

   Bressi, dunque,  ha scritto  un libro dal titolo “Amato - tra galantuomini e briganti” (Titani Editori-2018-2019 – eu 12) con il quale – presentazione del sindaco Saverio Ruga   e  prefazione di Silvestro Bressi – fa un’interessane analisi – con documenti originali - soprattutto  del brigantaggio locale a metà dell’Ottocento e sui tentativi per debellarlo da parte dell’appena costituito Regno d’Italia (molto interessante  il “Manifesto  agli abitanti della Calabria Citra e Ultra Seconda” a firma del generale piemontese Fumel). Ma lo scritto si sofferma anche su personaggi locali degni di ricordo e di epoche diverse, come il medico-poeta Francesco Priolo o un più umile Pietro Fiorentino, uomo di campagna , scomparso nel 1928, che Bressi ricorda soprattutto per l’umanità e l’affetto che gli manifestava  quando da ragazzo frequentava la sua casa. Ma dicevo il cuore che lui ha lasciato in Amato e io nella vicinissima, confinante Miglierina. Ebbene, nel libro i riferimenti a Miglierina sono tanti, soprattutto con nomi e cognomi; per esempio con la storia di Bruno Chimirri, podestà di Amato, che viene nominato commissario prefettizio di Miglierina, creando quasi rabbia in questo paese dove il personaggio non era benvoluto. E tanti i cognomi che, almeno fino a pochi decenni fa, erano comuni al vicino paese: Mazza, Talarico, Torcia, Torchia, Cianflone, Grande, Granato. Peccato che i riferimenti alla storia più antica di Amato siano veramente succinti oltre  ad un accenno ai vari signori che in epoca tardo-feudale hanno dominato il paese (Cicala, baroni di Tiriolo; Rodio, Susanna, Rocca, Loffredo, Dragone e infine  Mottola). E non vedo nelle 154 pagine alcun riferimento - o comunque  sottolineatura - sulla curiosità che Amato era indicato, nel dialetto dei comuni  vicini,  come l’Amatu, con un chiaro collegamento al nome antico dell’omonimo vicino fiume,  il Lametus , che ha dato origine alla piana lametina.  Mentre è degno di grande interesse, per chi ama la storia degli apparati ecclesiastici, l’originale  delle “Regole pel governo della Congrega da istallarsi in Amato sotto il titolo di Maria SS. Immacolata” con i “Doveri de’ Fratelli”; documento che occupa ben dieci pagine del libro di Antonio Bressi; il quale si conferma così anche ottimo topo di biblioteca. Belle le foto in costume delle signore M. Luisa e Carmen Morello, Evelina Mazzei , Elisa Tomaino, Pina Cappellano.

 

“Un’estate a record di Bomba”, di Nino Bomba

Mancarella editore Volumi 2

 

La vita scorre con la velocità di un’estate! Presentato nella sede dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, il libro musicale di Nino Bomba, un cantautore originario del Salento che ha avuto grande successo a Milano e nel resto d’Italia.

Il libro si intitola “Un’estate a record di bomba”, composto da due volumi di 328  e di 200 pagine, edito da Mancarella editore, la casa editrice della giornalista Carmen Mancarella, che firma anche la prefazione del libro.

La presentazione è stata musicale perché gli interventi erano intervallati dall’ascolto dei brani più celebri dell’autore. Interventi con l’autore e l’editore, il presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, Camillo de Milato, il giornalista e scrittore, Agostino Picicco, il consigliere dell’Associazione Regionale Pugliesi, Massimo Loiacono. Letture a cura di Angela Pellegrino e Paola Matesi.  Ci saranno gli ospiti d’onore, le cantanti Jennifer e Manuela che eseguiranno dal vivo alcuni brani di successo del cantautore e l’artista internazionale Giuliano Ottaviani.

 

Nell’opera, Nino Bomba racconta brevemente gli episodi salienti della sua vita che sono un eloquente spaccato della storia italiana, fortemente segnata dall’emigrazione dal Sud verso l’estero e dal boom economico. La vita di Bomba è un susseguirsi di sacrifici, speranze e sogni realizzati, di delusioni e furbetti in agguato. Ma a muovere i suoi passi è il suo grande, grande Amore per la Musica, con cui l’autore entra in un cerchio magico, estraniandosi da tutto e da tutti. E nelle canzoni di Nino Bomba rivivono le atmosfere di un’Italia spensierata e sicuramente più sognatrice.

“Ora romantiche e dolcissime, ora dissacranti e ironiche. Vanno inquadrate nel contesto storico della rivoluzione giovanile sessantottina le canzoni di Nino Bomba che trasmettono tutta l’allegria e la spensieratezza degli anni ‘60, ‘70 e ’80”, si legge nella prefazione del libro. “Siamo nel pieno della rivoluzione sessuale e chiamare i propri sentimenti  e i desideri con il proprio nome, non era e non poteva essere più un tabù.?Anzi, era doveroso e diventava una forma di ribellione alla società chiusa e patriarcale”.

Nei due volumi, il lettore potrà ritrovare gli spartiti più belli composti e/o pubblicati da Nino Bomba, titolare a sua volta della casa editrice musicale Estate Record - Bomba, ma anche i testi delle canzoni e delle poesie, molte delle quali sono state musicate dall’autore. Allegato vi è anche un cd per ascoltare testi e musica. Vi è anche un Album interamente a colori dove si possono scorrere le immagini più significative della carriera dell’autore.

Alla fine della presentazione ci sarà un brindisi con i grandi vini del Salento, Conti Zecca.

Il libro sarà poi presentato a San Foca, nel Salento, l’11 luglio prossimo nell’ambito degli eventi inseriti nel cartellone ufficiale del Blue Festival, organizzato dall’Amministrazione comunale di Melendugno, paese famoso per le sue marine e dove sono nati l’autore e l’editore.

E sarà un’Estate a record di Bomba.

 

Angelo Gaccione - L’incendio di Roccabruna   -         Pagg. 120 € 12,00                                           

Di Felice Edizioni 2019

 

È un libro spietato e terribile, ma di potente resa narrativa. Il lettore sarà sedotto da queste storie estreme e dalla capacità affabulatoria del suo autore.

“Dove avete trovato una storia così inverosimile”

“Nel centro della terra, signori”.

“Ambientati in un vero paese calabrese, ma dal nome inventato di Roccabruna, questi racconti però, di fatti atroci e truci (storie di briganti, di vendette, di soprusi, di follie, di ignoranza, di abusi e misfatti del potere, di fanatismi religiosi…), sembrano, per la loro “estremità”, per il loro affollamento o concentrazione di male, rovesciarsi da una verisimiglianza a una inverisimiglianza, dalla realtà alla irrealtà, dalla storia alla favola. Ma se nella favola, come nel più angosciante sogno, alla fine tutto si risolve per il meglio e il rite de sortie del narrante riporta al risveglio, alla realtà liberatoria, qui - proprio perché non siamo nell’ambito della favola - il narratore non opera nessun rito di uscita: eravamo e siamo nell’ambito della realtà, della storia…”

(Dall’Introduzione di Vincenzo Consolo)

“L’incendio di Roccabruna contiene quindici racconti uniti da un filo conduttore robusto: l’ingiustizia e il dolore in un paese della Calabria presentato con un nome fittizio (Roccabruna), ma che più calabrese di così non potrebbe essere. Ed è questo filo conduttore che fa del libro non una semplice raccolta di racconti ma un mondo narrativo compatto. Gaccione è ossessionato dal male, non dal male metafisico, ma da quello che emerge da concrete situazioni storiche. I suoi personaggi sarebbero piaciuti a Stendhal, il più mediterraneo degli scrittori francesi. E talvolta si ha veramente l’impressione di leggere il seguito di Cronache italiane…”

(Dalla Postfazione di Giuseppe Bonura)

Il Galileo 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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