Invecchiamento della popolazione

Assistenza socio-sanitaria

e Caregivers* familiari

Disparità e Disuguaglianze:

Muri da Abbattere

 

Di Luisa Monini

 

I tassi di invecchiamento della popolazione nel mondo hanno raggiunto un livello mai visto finora. Secondo i dati di World Population Prospects: revisione 2017, il numero di persone di età superiore ai 60 anni dovrebbe raddoppiare entro il 2050 e triplicare entro il 2100. Più la popolazione è anziana, più aumentano le persone con disabilità, con una differenza notevole tra le aspettative di vita tra uomini e donne: le donne vivono in media il 5% in più rispetto agli uomini. Di conseguenza, il rapporto tra donne anziane e uomini anziani è di 2 a 1. Questa differenza si traduce in una maggiore vulnerabilità e una maggiore tendenza alla disabilità per le donne. Le donne con disabilità costituiscono circa il 7% della popolazione mondiale, ma sono per lo più un gruppo invisibile della società. A causa dell'intersezione tra disabilità e genere, queste donne hanno il doppio delle probabilità di essere vittime di discriminazione e violenza domestica.

La Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2006, ha riconosciuto che “Le donne e le ragazze con disabilità sono spesso a maggior rischio, sia all'interno che all'esterno della casa, di violenza, lesioni o abusi, negligenza o trattamento negligente, maltrattamento o sfruttamento” e ha sottolineato “la necessità di integrare una prospettiva di genere in tutti gli sforzi per promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone con disabilità”. Nonostante i progressi nella società, le donne con disabilità, che soffrono di malattie ereditarie, malattie croniche (come malattie cardiovascolari, obesità, diabete, cancro, malattie neurodegenerative, osteoporosi, ecc.), eventi post-traumatici con para- e tetraplegia, sono state lasciate indietro nella lotta per l'uguaglianza e per l'emancipazione. Malgrado gli ingenti fondi per l'assistenza sanitaria nell'Unione Europea e negli Stati Uniti, i Servizi pubblici e le Istituzioni di tutto il mondo sono attualmente inadeguati a coprire i bisogni e le esigenze delle persone con disabilità. Ciò obbliga i familiari delle persone in difficoltà a diventare i loro principali caregivers. Indipendentemente dal genere della persona con disabilità, é stato stimato che il 66% dei caregivers sono donne: lavoratrici invisibili.

L'autrice dell'articolo, Luisa Monini

Mediamente, il caregiver ha tra i 45 e i 65 anni e spesso abbandona un impiego retribuito per prendersi cura di un familiare con disabilità. Siccome in tutto il mondo le indennità offerte alle persone con disabilità sono inadeguate e insufficienti, i familiari caregivers non hanno stipendio e spesso vanno incontro a gravi problemi finanziari, non riuscendo a mantenere un'occupazione stabile o a risparmiare per la pensione; a volte arrivando persino a perdere la casa e conseguentemente la loro rete di supporto. I caregiver inoltre vengono “annullati” dalle malattie dei loro cari e, per prendersene cura, non curano più il loro stesso benessere psico-fisico andando incontro spesso a sindrome depressione, isolandosi dagli amici e dalla comunità, trascurando le loro condizioni fisiche; tutti fattori che possono provocare l’insorgenza di malattie croniche. In linea con l’Obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile numero 10 (Ridurre la disuguaglianza, Uguaglianza per le donne e le ragazze con disabilità), il numero 5 (Parità di genere) e la Convenzione Legale sui Diritti delle Persone con Disabilità, la task-force internazionale per la salute e il benessere della BPW International ( Federazione internazionale di oltre 35.000 donne presenti in tutto il mondo) agisce per favore idonee misure a livello nazionale e internazionale in grado di garantire un supporto adeguato ai familiari caregivers. L'azione, coordinata con il settore pubblico, le entità sociali, le associazioni dei datori di lavoro e altre persone nella comunità, mira ad ottenere un aiuto economico e psicologico a livello statale per i caregivers.

Raccomandazioni:

   Istituire la giornata internazionale dei familiari caregiver per promuovere al meglio i loro diritti attraverso il loro riconoscimento

  Agire per sostenere i caregivers attraverso l’assistenza sanitaria e un sistema di previdenza sociale a livello regionale e nazionale.

   Promuovere il sostegno finanziario ai caregivers attraverso un'indennità per coprire l’assistenza sanitaria e aiuto economico per gli adattamenti domestici.

   Raggiungere un accordo con compagnie assicurative per migliorare gli accordi assicurativi per i caregivers.

   Promuovere accordi con le associazioni dei datori di lavoro per raggiungere una maggiore flessibilità sul lavoro per migliorare la qualità della vita delle persone anziane disabili e dei loro familiari caregivers.

   Riconoscere e valorizzare il ruolo del caregiver familare  e incoraggiare la comunicazione tra operatori sociali e socio-sanitari attraverso corsi a livello municipale.

   Garantire sostegno ai caregivers, sia a supporto delle loro competenze mediche, sia per dar loro un aiuto per fronteggiare l’ingente stress psico-fisico.

   Spingere i governi a sviluppare piani di costruzione di edifici che prevedano automazione domestica, domotica e telematica nel costruire edifici per le persone anziane o con disabilità ( smart houses) per alleggerire il carico di lavoro dei caregiver.

Questa mozione è stata presentata lo scorso Marzo alle Nazioni Unite durante la 63/ma Sessione Commission on the Status of Women ( dall’’ 11 al 22 Marzo), lo scorso 25 maggio all’ Università di Galwin( Irlanda)  durante la 16/ma Conferenza Europea della BPW International, e il 9 luglio prossimo sarà presenta a Roma presso il Palazzo San Macuto, recentemente destinato alle commissioni parlamentari, ospite dell’ on. Cristina Rossello.

 

*Il caregiver (termine inglese con il quale si definisce un familiare assistente) è una persona che aiuta, in maniera gratuita e quotidiana, un proprio parente di primo grado non autosufficiente fisicamente e/o mentalmente. La gratuità e la disponibilità h/24 è la principale differenza fra un caregiver e la classica figura del/della badante così come comunemente è intesa.

Nello svolgimento di questa amorevole attività, il familiare assistente può operare in maniera diretta (lavare, vestire, cucinare, …) o indiretta (adempiere agli obblighi amministrativi) il proprio congiunto, così come adottare tecniche di sorveglianza attiva (intervenire in caso di pericolo per l’assistito o gli altri) o passiva (paziente a letto che ha bisogno di controllo).

Tanto è importante la figura del caregiver che l’ultima Legge di Bilancio ha inserito questa mansione fra i lavori gravosi in modo che questa particolare categoria di persone, a tutti gli effetti lavoratori, possano accedere a un indennizzo di tipo pensionistico.

L’Emilia-Romagna, inoltre, si è dotata di una propria legge regionale (Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare) per sostenere psicologicamente ed economicamente queste persone, istituita anche la Giornata del caregiver, che si tiene nell’ultimo sabato di Maggio.

 

Fonte:  https://www.pmi.it/tag/caregiver

 

 Il Galileo