L’UOMO VITRUVIANO

SIMBOLO DELLA SUA CENTRALITA’

 

 

di Pietro Francesco Bayeli

L'uomo vitruviano disegnato da Leonardo

L’uomo non può, in primis, che occuparsi di se stesso, e quand’anche rivolga la propria attenzione alla terra, al mare, al cielo, alle stelle, all’universo intero, lo fa in ragione della propria persona, della propria centralità.

E’ un egocentrismo innegabile, naturale e spontaneo con una visione centripeta di attrazione, di richiamo al proprio Io, di incombenza dell’Ambiente, del Mondo, del Creato, visti come scenari che ci circondano, che esistono perché noi esistiamo: è la visione concreta sensitiva, sensoriale della Natura che ci circonda. Ma esiste anche una visione centrifuga di astrazione, di identificazione del proprio Io, dispiegato nella Natura, nella trascendenza di un meraviglioso Universo infinito.

Negare questo egocentrismo è negare la verità.

Vitruvio presenta ad Augusto il De Architectura

E’ su queste basi che lo stesso Vitruvio (I° secolo a.C.)  e  Leonardo da Vinci (1452-1519) hanno configurato l’uomo vitruviano, posto al centro di un cerchio, inserito all’interno di un quadrato a significare la centralità dell’uomo in perfetto equilibrio tra terra e cielo, tra realtà e mito, tra sentimenti e razionalità, tra fede e scienza, tra pragmatismo e trascendenza. Appare quasi simboleggiare una trinità tra carne, sentimenti, mente, o forse meglio tra corpo, spirito, intelletto, quasi una  similitudine con la trinità cristiana dell’intelletto, della  mente  del Padre,  del corpo del Figlio fatto uomo, dei sentimenti di amore e di bontà dello Spirito Santo.

In verità Leonardo, magnifico disegnatore, vario, incostante, instabile genio universale, furioso, formidabile sperimentatore di mille idee, cominciate e spesso per propria insoddisfazione abbandonate, è un filosofo della natura nella quale cerca e vede il mistero di Dio con animo eretico che non s’accosta certo ad una qualsivoglia religione. Con la sua figura di pensatore precorre i concetti naturalistici di Giordano Bruno, di Baruch Spinoza (deus sive natura).

Questa unione tra grafica e pensiero  esalta  la filosofia dell’uomo e lo invita a porre  le basi di un ordine, di una simmetria, di una armonia  etica e morale di cui l’umanità ha sempre percepito il bisogno. Umanità che, dalle intricate, confuse, mitologiche, fiabesche religioni politeiste, si è  inoltrata  nelle religioni monoteiste ebraica, cristiana, maomettana oppure  nelle sofisticate filosofie orientali. Ecco nascere, in terra ebraica, la figura di Cristo, figlio di Dio per i cristiani, un semplice profeta per gli ebrei, che per la sua filosofia si pone contro il potere dei sacerdoti del tempio e, reso da questi   inviso alla dominante autorità romana,  ne subisce la condanna e  l’atroce pena della crocifissione. Tuttavia nonostante questo,  ma proprio  per la sua costante predicazione,  la convinta adesione dei suoi apostoli,  il momento storico favorevole,    la drammaticità delle sue sofferenze,  la suscitata commozione popolare, la rivoluzione cristiana sboccia e si afferma in buona parte delle sponde del Mediterraneo.

Non  appare  del tutto dissimile la cinquecentesca figura di Giordano Bruno (immagine a destra) che per la sua filosofia si pose in netto contrasto con l’autorità ecclesiale e papale, la quale forte, oltre tutto, di un pesante potere temporale, lo isolò, ne impedì la diffusione ideologica e lo sottopose al supplizio del rogo.

Due uomini, due figure psicologicamente forti fino alla propria morte affrontata con atroci sofferenze, ma anche intellettualmente avanti con i tempi, l’uno per la sociale democratizzazione delle genti, l’altro per un preconcetto filosofico che preannunciava in qualche modo la laicità dei secoli successivi. Avanti nei tempi anche Leonardo da Vinci, figlio illegittimo del notaio Piero da Vinci e Caterina, donna di umile origine, con le sue sorprendenti  intuizioni, i suoi studi scientifici sulla dinamica dei corpi in terra in acqua, in aria, con la sua eccezionale espressività pittorica di volti, di pensieri, di stati d’animo sfocianti, infine, nella complessità di un laico concetto filosofico teso a studiare l’intima relazione tra l’essere umano, la natura, il cosmo. L’uomo è un microcosmo che riflette in sé le componenti fondamentali del macrocosmo naturale. L’uomo, tra terra e cielo, proteso verso l’universo che lo circonda, per conoscerlo, abbracciarlo, amarlo. Per Leonardo l’osservazione della natura era l’incentivo a compenetrarla,  coglierne il funzionamento, giungere così ad un ideale possesso nell’artificio di una replicazione.

 

NOTA STORICA

Marco Vitruvio Pollione, Roma 80 a.C-20a.C., scrive 10 libri sotto il titolo di “De Architettura” e nel terzo libro parla dell’homo bene figuratus ponendo in evidenza l’armonia e la proporzione del corpo umano e in particolare l’ombelico come centro di un ideale compasso che circoscrive le dita delle mani e dei piedi, e un quadrato che contiene l’identico rapporto tra  l’altezza della figura con la larghezza delle braccia estese.  Plinio il Vecchio, Roma 23 d.C.-79 d.C., ha ripreso nella sua “Naturalis Historia” il Canone Vitruviano ed è  probabilmente  attraverso la sua mediazione che Leonardo da Vinci  nel 1490 ha sviluppato il suo disegno di uomo vitruviano attenendosi ai principi di Vitruvio come il centro dell’ombelico e il rapporto altezza, larghezza tra mani e piedi inseriti in stazione eretta all’interno del quadrato (terra), mentre in posizione supina risultano al centro del cerchio (cielo). Tuttavia Leonardo non ha il primato di raffigurazione dell’uomo Vitruviano, ben due senesi lo hanno preceduto. L’ingegnere Mariano di Jacopo, detto il Taccola, Siena 1381-1453-58, nel suo trattato “De Ingeneis” e Francesco di Giorgio Martini,(immagine a destra)  Siena 1439-1501, nel suo “Trattato d’Architettura”. I rispettivi disegni risultano essere  soltanto un preludio alla definitiva, completa e perfetta armonia di rapporti della grafica dimensione  leonardesca.

Il logo vitruviano di Leonardo assume quindi, in un gioco di armoniche proporzioni, la centralità dell’essere umano espressione-emanazione della sua potenzialità fisica, spirituale, intellettuale. Leonardo da Vinci antesignano designer.

Il Galileo