Foreste urbane:

una due giorni a Milano per conoscerle meglio

 

di Adriana Giannini

 

Il bosco verticale

Dopo Mantova è toccato a Milano, la città famosa per il suo “bosco verticale”, ospitare tre il 21e il 22 novembre la seconda edizione del Forum mondiale sulle foreste urbane. La sede non poteva che essere la Triennale il cui presidente Stefano Boeri è, insieme al suo nutrito studio di architettura, proprio il padre del bosco verticale milanese e di molte altre iniziative rivolte alle creazione e al recupero di aree urbane dove gli spazi verdi e abitativi si integrano in una simbiosi vantaggiosa per entrambi.

La data scelta per il Forum non poteva essere più opportuna: piogge torrenziali in una parte dell’emisfero, incendi devastanti nell’altra, anomala, preoccupante acqua alta a Venezia, frane e inondazioni hanno innalzato nel mese di novembre il già alto allarme dei mesi precedenti intorno al riscaldamento globale responsabile di questi fenomeni.

Ormai sono pochi, ma purtroppo importanti, i paesi che non ammettono la responsabilità dell’uomo nei confronti di questi rapidi cambiamenti climatici e che non accettano di modificare il loro modello di vita in cambio di un futuro decente per le generazioni future. Saranno le crisi ambientali a convincerli, ma forse sarà troppo tardi.

Nel frattempo però sono sempre più gli scienziati, i ricercatori, le organizzazioni nazionali e internazionali, gli urbanisti, i rappresentanti di governi nazionali e locali, i cittadini di buon senso che si preoccupano di invertire la tendenza che ha portato agli incontrollati fenomeni di industrializzazione, cementificazione e sfruttamento delle risorse, primi responsabili dell’accumulo di gas serra e di inquinanti nella sottile e fragile atmosfera terrestre.

Ridurre il più possibile il consumo dei combustibili fossili, cambiare il nostro regime alimentare abbassando il consumo di carne, costruire in maniera più intelligente le case e così via sono strade utili anzi indispensabili, ma non possono bastare. Non dobbiamo dimenticare che sono state le piante a rendere ricco di ossigeno e quindi vivibile l’ambiente terrestre; esse rappresentano le nostre migliori e piacevoli alleate sia per la loro capacità di produrre ossigeno sia per la loro abilità di sequestrare l’anidride carbonica e trasformarla in sostanza organica utile: foglie, frutti, tuberi e legname.

Ecco perché stanno nascendo un po’ ovunque in tutto il mondo iniziative rivolte a incrementare lo scarso e monotono verde cittadino trasformando il paesaggio urbano se non in una vera e propria foresta in un ambiente variamente popolato di piante e arbusti in mezzo a cui è piacevole e sano vivere e passeggiare.

Milano: un piccolo bosco all'attico di un palazzo e lungo una strada del centro

 

Una di queste iniziative è il World Forum on Urban Forests a cui hanno dato vita la FAO (Food and Agriculture Organization della Nazioni Unite), la SISEF (Società di Selvicoltura urbana ed Ecologia forestale) e il Politecnico di Milano. Le due giornate in cui si è svolto sono state suddivise in tavoli di lavoro per amministratori pubblici e specialisti di urbanistica e agronomia e in una serie di interessanti appuntamenti rivolti al pubblico.  Tra le presentazioni più importanti del primo gruppo va citato il colossale progetto della FAO denominato The Great Green Wall of Cities (la grande muraglia verde intorno alle città). Partendo da stime che ritengono che il 70 per cento della popolazione mondiale nel 2050 vivrà nelle città, soprattutto in Africa e Asia, la FAO intende estendere a quest’ultimo continente il programma di forestazione intorno alle città già avviato con discreto successo in Africa centrale e nel Sahel. Il progetto prevede di arrivare a creare entro il 2030 500.000 ettari di nuove foreste e di mantenere in buona salute altri 300.000 ettari di foreste preesistenti. Una volta completato, il progetto consentirà di catturare fino a 5 giga tonnellate di CO2 all’anno, di mitigare di qualche grado la temperatura e di migliorare notevolmente la qualità dell’aria.

Qualcosa di analogo anche se su scala molto più ridotta è ForestaMI, il progetto che riguarda l’area metropolitana di Milano che conta 3.200.000 abitanti. Messo a punto dal Politecnico di Milano, finanziato dalla Fondazione Falk e Sistemi urbani F.S. e voluto da Città metropolitana e Comune di Milano, Parco Nord e Parco Sud, il progetto ha l’ambizione di piantare entro il 2030 tre milioni di nuovi alberi, uno per ogni cittadino, diminuendo l’effetto “isola di calore” delle città, migliorando la qualità dell’aria e dell’ambiente, nonché la salute degli abitanti. Un investimento quindi positivo anche dal punto di vista economico, anche se non immediato.

In effetti, come ha spiegato bene il prof. Per Mannuccio Mannucci, specialista di medicina interna, il verde ha un effetto positivo sulla salute: riduce la frequenza cardiaca, lo stress, il colesterolo, combatte il diabete e il sovrappeso. Anche all’interno delle abitazioni è utile  per rimuovere gli inquinanti prodotti dal fumo di sigarette, dai mobili, dai detersivi, dalle stampanti e dai computer. I più adatti? Il benemerito Ficus, la stella di natale, le felci e, in camera da letto, sanseviera e aloe.

 Ci riusciranno? Si, se sapranno non solo piantare, ma anche scegliere bene le piante più idonee (bagolari, frassini, olmi, platani), arricchire degli opportuni funghi e batteri il terreno in cui inserirle (molte piante muoiono proprio per carenza di microbioma), curarne la manutenzione e l’innaffiamento, magari coinvolgendo quartieri e cittadini.

Milano: I giardini della Triennale

A questo proposito ho trovato particolarmente interessante la testimonianza della  signora Anuela Ristani, vicesindaco della città di Tirana, intervenuta nella sessione rivolta al pubblico. La giovane città di Tirana (sta per compiere solo 100 anni) è impegnata in uno straordinario cambiamento che si avvale dei migliori architetti e urbanisti, in buona parte italiani. Da disordinata, modesta cittadina balcanica è diventata una moderna e confortevole città di 800.000 abitanti, ricca di spazi verdi e aree ricreative grazie anche al coinvolgimento di tutti i cittadini. L’idea, da copiare secondo me, è stata quella di lanciare una campagna in collaborazione con il Comune: “Non fate regali inutili in occasione di nascite, matrimoni, compleanni, promozioni. Regalate un albero! Avrete un certificato che attesta dove si trova il vostro albero e potrete seguirne i progressi.” In questo modo presto Tirana avrà non solo giardini e viali ombrosi, ma sarà circondata da una vera e propria muraglia verde.

Il Galileo