14 ottobre 1947:

 il giorno in cui l’uomo volò

 più veloce del suono

Il Bell X-1 in volo

 

di Paolo Negrelli

 

Muroc Army Air Field – oggi Edwards Air Force Base, ndr -, California, 14 ottobre 1947.

Un bombardiere strategico Boeing B-29 appositamente modificato si arrampica nel cielo dell’autunno californiano.

A differenza di un paio di anni prima, nel suo ventre non c’è il solito carico di bombe, ma dai portelli spunta la sagoma affusolata di un piccolo strano aereo completamente dipinto di arancione.

All’altezza di 1500 metri, aiutato dall’equipaggio del velivolo madre, il pilota del piccolo mezzo si è calato nell’angusto abitacolo e ha chiuso ermeticamente il portello.

Chuck Yeager e il Bell X-1

Al raggiungimento dei 6100 metri tutto è pronto. Ricevuto il via libera, l’aereo madre sgancia il suo carico e vira allontanandosi. All’interno dell’aereo razzo, il pilota aziona l’endoreattore e spinge in alto il muso del Bell X-1, facendogli raggiungere la quota di 12.200 metri.

Una volta stabilizzato, l’uomo ai comandi esegue gli ultimi controlli sul velivolo, compie alcune correzioni alla potenza del motore e lancia l’aereo nell’ultima salita.

Ad un’altezza compresa tra i 13106 e i 13716 metri – le fonti a riguardo sono ancora oggi contrastanti, ndr – il pilota controlla la strumentazione di bordo e l’indicatore della velocità massima conferma che l’esperimento è riuscito. L’X-1 sta volando alla velocità di Mach 1,06.

Si coronano con successo anni di studi, progetti, esercitazioni e voli sperimentali.

L’uomo ha infranto la “barriera del suono”, e il pilota ai comandi viene consegnato alla storia dell’aviazione. Il suo nome è Charles Elwood “Chuck” Yeager.

Chuck Yeager a bordo dell'X-1 "Glamorous Glennis"

Nato agli inizi degli anni 20 da una famiglia contadina della Virginia Occidentale, Yeager si arruolò nell’US Army Air Corps – l’USAF, aviazione militare statunitense, sarà costituita ufficialmente solo dopo la guerra, ndr – nel 1941 come meccanico e successivamente fu ammesso al corso di pilotaggio, dal quale si diplomò – ottenne le ali, come si diceva – nel marzo del 1943. Assegnato ad una squadriglia operativa, compì numerose missioni sull’Europa occupata.

Volando su un P-51 Mustang, la punta di diamante della caccia statunitense, venne abbattuto nel marzo del 1944 e concluse la guerra con la qualifica di asso, avendo all’attivo 11,5 vittorie – dove la mezza sta ad indicare un abbattimento in condivisione, ndr – di cui una su un caccia a reazione, un Messerschmitt Me 262.

Finita la guerra, a Yeager fu data la possibilità di scegliere la base di assegnazione. Essendo in procinto di diventare padre, scelse Wright Field per la sua vicinanza alla sua casa in Virginia Occidentale. Questa scelta influenzò notevolmente la sua carriera, in quanto lo mise ai comandi del colonnello Albert Boyd, allora capo dell’Aeronautical Systems Flight Test Division.

Qui fu impiegato come pilota collaudatore. Fu grazie a questo incarico che fu chiamato a prendere parte al team che effettuava ricerche sul volo supersonico in qualità di pilota degli sperimentali Bell X-1. In questa veste, il 14 ottobre 1947 compì il volo che lo consegnò alla storia.

A Yeager è riconosciuto anche un successivo record ottenuto nel 1953 quando, volando a Mach 2,44 strappò il primato ottenuto una manciata di giorni prima da un altro statunitense, Scott Crossfield, che aveva bloccato la lancetta dell’anemometro a Mach 2.

Caricamento dell'X-1 sul Boeing B-29

Per rendere possibile l’impresa del 1947, l’USAF affidò alla Bell Aircraft Co. la realizzazione di un velivolo sperimentare adatto alle alte velocità.

Seguendo le indicazioni progettuali sviluppate dalla NACA – agenzia da cui deriverà la NASA, ndr – nacque un aereo estremamente affusolato, simile ad una pallottola, in cui venne ridotto al minimo ogni elemento non aerodinamicamente raccordato. La stessa cabina di pilotaggio venne completamente annegata nella fusoliera e il suo tettuccio raccordato “a filo” – ossia senza sporgenze – con le superfici circostanti.

Per il sistema propulsivo fu scelto un motore a razzo XLR-11 della Reaction Motors. La reazione di una miscela di alcol etilico ed acqua con ossigeno liquido consentiva al motore di generare una spinta totale massima di 26689 N, e permetteva all’X-1 di superare la velocità di Mach 1.

Il volo di Yeager e del suo Bell X-1 Glamorous Glennis – questo il nome con cui il pilota decise di battezzare il suo aereo – fece compiere numerosi balzi in avanti alla ricerca aeronautica.

Il P-51 "Glamorous Glennis III" pilotato da Yeager durante la guerra

La riuscita dell’esperimento dimostrò che un velivolo, con i dovuti accorgimenti, era in grado di infrangere la “barriera del suono”. Questo diede un nuovo impulso al miglioramento delle prestazioni degli aeromobili e dei loro propulsori, segnando di fatto l’inizio dell’era supersonica.

Dettaglio non meno importante, i risultati positivi ottenuti in quella lontana mattina di ottobre del 1947 diedero nuovo slancio ai programmi aerospaziali sperimentali statunitensi, che animarono la scena aeronautica degli anni cinquanta e sessanta e che vedranno la loro ora più alta nel programma spaziale.

Il Galileo