Dal sogno di una devota alla realtà ospedaliera

I tumori infantili e la Casa Accoglienza di Padre Pio a Drapia

 

di Luisa Monini

Le vie del Signore sono infinite: è questo un luogo comune che però non deve far perdere di vista il suo significato originale che è quello di riconoscere che a volte si intraprendono strade che mai avremmo pensato di percorrere, anche perché spesso sconosciute. Così è stato per me quando ho incontrato Irene Gaeta, 84 anni ben portati, capelli bianchi come la neve, un sorriso aperto e lo sguardo fermo che sembra leggerti sin nel profondo. La vita di Irene è stata segnata sin da bambina da Padre Pio e tutto ciò che lei ha realizzato per aiutare i più bisognosi, lo ha fatto sempre dietro suo mandato. L’ ultimo grande incarico Irene lo ha ricevuto nel 2004 quando Padre Pio, apparendole, le disse: «Figlia mia, in Calabria devi fare un Santuario, un Ospedale Pediatrico, un Centro di Ricerca e un Villaggio per i Sofferenti. Perché i bambini, fin dal grembo materno, nasceranno con il tumore ai polmoni, al sangue e altrove...Si devono curare con le erbe naturali che nascono lì e l'acqua che scorre là.» E qui comincia la mia storia con Irene perché quando, anche io come molti, sono stata chiamata “per caso “a collaborare a questo grande progetto, mi è stato affidato, nel mio ruolo di medico, il compito di fare una indagine epidemiologica sulle principali cause che negli ultimi decenni stanno determinando un aumento di tumori e malformazioni congenite nei bambini. Questo, allo scopo di validare scientificamente il messaggio di Padre Pio a Irene Gaeta sulla necessità di far sorgere in Calabria un grande Ospedale Pediatrico oncologico, il più grande in Italia, dove poter ricoverare e curare i bambini malati provenienti da ogni parte del mondo. Nell’ apparizione Padre Pio mostrò ad Irene, come attraverso uno schermo, anche il luogo dove far sorgere la sua Cittadella. Irene dunque, pur tra tante difficoltà, inizia le ricerche per individuare in Calabria il posto indicatole da Padre Pio e dopo solo 1 anno, lo individua e lo” riconosce” in Drapia, piccolo comune in provincia di Vibo Valentia, dove Irene scopre un  terreno collinare in Contrada Vento, ricco di proprietà naturali benefiche. La Cittadella di Padre Pio sorgerà lì, immersa nel verde, su una superficie che oggi supera i 40 ettari ( 400.000mq) ma che tenderà a raggiungere 70 ettari! (700.000 mq); una vera e propria terrazza che si affaccia sul golfo di Tropea e sullo Stromboli e che, difesa alle spalle dal monte Poro, gode del tipico clima mite mediterraneo.

E lì a Drapia, solo un anno fa, sotto la direzione dell’arch. Luciano Messina, è stata posta la prima pietra della Casa Accoglienza che oggi è già praticamente ultimata e pronta per ricoverare a breve i piccoli pazienti oncologici in fase pre e post- trattamento specifico. La Casa dunque sarà di strategica importanza per l’ accoglienza  dei bambini  e dei loro familiari che  non dovranno intraprendere più i viaggi (costosissimi) della speranza verso altre realtà italiane o straniere ma che saranno curati qui, dove molti di loro sono nati e dove forse si sono anche ammalati ma dove, sicuramente, riceveranno i trattamenti medici e chirurgici più appropriati, e all’avanguardia e dove, nello stesso tempo,  potranno godere di tutto ciò che la natura di questa terra fertile e generosa offrirà loro con la sua acqua che sgorga lì, la sua aria salubre, la sua luce, le sue erbe e piante officinali, i suoi frutti, i suoi profumi e la sua musica: dallo stormire  delle foglie, al canto degli uccelli e dei grilli. Suoni e canti che faranno compagnia ai bambini ricoverati facendoli sentire bene, al sicuro, protetti, come nel ventre materno. E viene da pensare che se sino ad alcuni decenni or sono i bambini, durante la loro vita intrauterina, erano veramente al sicuro, oggi purtroppo non è più così, come numerosi e importanti studi hanno dimostrato.

Di fatto, l’ incremento dei tumori già nel primo anno di vita, depongono per una origine transplacentare, da esposizione materno-fetale ad agenti pro-cancerogeni o, addirittura, transgenerazionale (epigenetica/gametica); anche il concomitante incremento di tutta una serie di patologie cronico-degenerative (endocrino-metaboliche: obesità, diabete 2; immunomediate: allergie, malattie autoimmuni; del neuro sviluppo e neuro-degenerative: autismo, ADHD- Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività ), sarebbe da imputare ad un  significativo ruolo patogenetico degli stessi meccanismi di disregolazione epigenetica precoce a carico di vari organi e tessuti. (European Cancer and Environment Research Institute, Bruxelles).

Oggi non è più accettabile il paradigma tradizionale del cancro come incidente genetico da mutazioni casuali del DNA.

Il cancro, soprattutto nella prima infanzia, deve essere considerato la conseguenza di una instabilità epigenetica secondaria all’esposizione sempre più precoce e massiccia ad agenti epi-mutageni.

Soltanto la riduzione dell’esposizione materno-fetale prima e poi quella dei bambini a questi fattori e agenti pro-cancerogeni potrà ridurre l’incremento continuo dei tumori infantili e giovanili.

La lista delle potenziali sorgenti di inquinamento ambientale presenti nei 58 SIN (siti inquinati italiani), comprende: l’industria chimica, gli impianti petrolchimici e le raffinerie, gli impianti siderurgici, quelli di produzione energetica, le cave e le miniere, i porti, l’amianto e le altre fibre asbestiformi, le discariche e gli inceneritori radiazioni ionizzanti e, con sempre maggior evidenza, campi elettromagnetici. Ecco perché, se sino a pochi decenni or sono i tumori infantili erano una patologia rara e la forma tumorale prevalente era la leucemia linfoblastica, curabile nella stragrande maggioranza dei casi, oggi, invece, uno su 5-600 nuovi nati è destinato ad ammalarsi di cancro prima del compimento del quindicesimo anno d’età. Nonostante i miglioramenti prognostici il cancro rappresenta la prima causa di morte per malattia nei bambini che hanno superato l’anno d’età; sono in continuo aumento le forme tumorali prima rare come linfomi, sarcomi, tumori del sistema nervoso e leucemie diverse da quella leucemia linfoblastica e in genere caratterizzate da prognosi molto più severa. Questi dati provengono dal più grande studio europeo, lo studio ACCIS (Sistema Automatizzato di Informazione sul Cancro Infantile) coordinato dalla IARC (Agenzia Europea di Ricerca sul Cancro) e che non devono essere sottovalutati per due ragioni:

• le notevoli dimensioni del campione in studio (oltre 60 registri oncologici di 19 Paesi europei, per un totale di oltre 150 mila tumori di tutti i tipi);

•il tempo di osservazione sufficientemente protratto (25 anni);

In ultima analisi, ci troviamo di fronte ad un ruolo preponderante dell’ambiente nel determinismo di malattie che possono colpire sia le donne durante la gestazione sia i bambini quando ancora sono nel ventre materno.

Oggi, la nuova Era della Medicina post-genomica evidenzia in modo sempre più chiaro la rilevanza della interazione, complessa e dinamica, tra genoma ed ambiente con riferimento alla biografia dell’individuo e allo stile di vita. Se consideriamo i determinanti della salute, appare evidente che il 10% della nostra salute dipende dall’accesso alle cure, il 20% dal nostro patrimonio genetico, il 20% dall’ ambiente e il 50% dallo stile di vita dove l’alimentazione e la nutrizione giocano un ruolo di fondamentale importanza.

La Casa di Accoglienza, la prima struttura ad essere realizzata nella Cittadella di Padre Pio , sarà pronta ad ospitare i piccoli pazienti e le loro famiglie  già nella primavera del 2021. La Casa avrà la connotazione di una struttura di cura extra-ospedaliera ad alto contenuto umanitario e socio- assistenziale, nel rispetto dei singoli bisogni e del diritto alla cura declinata come del “prendersi cura” della salute e del benessere dei piccoli ospiti, nel rispetto di tutte le diversità: sociali, etniche, culturali, religiose. Per raggiungere le suddette finalità, la Casa accoglienza del bambino oncologico in fase pre e post- trattamento specifico si avvarrà di quanto trasmesso da Padre Pio nei suoi messaggi a Irene Gaeta. A significare che le piante officinali e l’acqua sorgiva della Cittadella con gli alimenti funzionali e i nutraceutici saranno tra i principali “medicamenti” utilizzati in un progetto di cura che, insieme alla musicoterapia e alla riabilitazione psichica, intellettiva e motoria, consentiranno ai bambini di rafforzare il proprio sistema immunitario e di raggiungere un buon equilibrio psico-fisico sia nella delicata fase preparatoria agli interventi terapeutici mirati che in quella del recupero, dopo i trattamenti stessi.

Il Galileo