I grandi della terra al capezzale del clima

GLI ESITI DEL PRECOP 26

Ultima riunione  prima della Conferenza di Glasgow COP 26  (30 ottobre  12 novembre 2021)  - L’obiettivo è quello  di passare dalla protesta alla proposta - Oggi più che mai l’emergenza climatica necessita di un solido rafforzamento del dialogo intergenerazionale

 

di Bartolomeo Buscema

Dal 30 settembre al 2 ottobre, Milano  ha ospitato  la Pre-COP26 , l’ultima riunione  prima della Conferenza di Glasgow (COP 26) che aprirà i battenti il 30 ottobre  per chiuderli il 12 novembre 2021. A tale evento  preparatorio hanno   partecipato, oltre ai rappresentanti del Segretariato dell’UNFCCC, ai presidenti degli Organi Sussidiari della Convenzione, e a un certo numero di organizzazioni  coinvolte nella lotta all’emergenza  climatica, un gruppo selezionato di Ministri del clima e dell’energia per mettere a fuoco le tematiche cardinali che saranno oggetto dell’imminente  negoziato.

Il summit è stato preceduto da un incontro di 400 giovani attivisti, provenienti da tutto il mondo, che hanno dato vita al “Youth4Climate: Driving Ambition” con l’obiettivo di passare dalla protesta alla proposta dato che, oggi più che mai, l’emergenza climatica necessita di un solido rafforzamento del dialogo intergenerazionale. Un evento che muovendo dalle indicazioni del Vertice delle Nazioni Unite dei Giovani sul Clima, tenutosi a New York il 21 settembre 2019, ha offerto ai giovani delegati, di età compresa tra i 15 e i 19 anni provenienti da tutto il mondo, la possibilità di un confronto con i ministri partecipanti alla PreCOP26. Sono stati affrontati quattro temi fondamentali: i giovani che guidano l’ambizione; il recupero sostenibile; il coinvolgimento di attori non statali; una società attenta al clima. Incontri e temi quanto mai attualissimi da cui è scaturito un documento finale nel quale emerge  con forza la richiesta di chiudere le industrie basate sulle fonti fossili entro il 2030; la richiesta  di una efficace transizione energetica da attuarsi investendo sia  sulle fonti rinnovabili sia  sul rafforzamento di un sistema trasparente di finanza per le misure di adattamento all’emergenza climatica; la costruzione di una società consapevole che poggia su un sistema educativo sul cambiamento climatico e sulle possibili azioni di contrasto. Il documento dei giovani attivisti è stato poi stato presentato giovedì 30 settembre ai ministri partecipanti alla PreCOP 26 alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del premier Mario Draghi. È stato fatto un lavoro straordinario, una buona base su cui lavorare, ha commentato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Ora tocca ai ministri e agli  delegati nazionali  fare la loro parte al summit scozzese  nel quale  verranno aggiornati, e si spera concretizzati,  gli impegni di decarbonizzazione dei singoli Stati  assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi del 2015. Gli obiettivi principali sono noti a tutti: azzerare le emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050, contenere l’aumento della temperatura media del pianeta sotto i 2 gradi  centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, posto che sarà molto difficile rispettare l’ambizioso obiettivo della soglia di aumento di 1,5 gradi centigradi.

L'intervento del presidente Draghi

C’è ancora una piccola finestra di opportunità, per rimediare al surriscaldamento globale, «ma è una corsa contro il tempo», ha ricordato Patricia Espinosa, segretaria esecutiva della Unfcc. Oggi, i climatologi ammoniscono che il superamento della soglia di temperatura media globale di 1,5 gradi centigradi significherà un aumento di eventi climatici estremi, e ricordano che nel 2020, i dieci disastri climatici più costosi hanno causato perdite per 150 miliardi di dollari, 3.500 morti e 13,5 milioni di sfollati. E’, dunque, più che necessario che alla COP26 si verifichi un cambio di passo negli impegni per la riduzione delle emissioni, un aumento degli sforzi finanziari per l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici in un quadro di una rafforzata collaborazione internazionale. C’è un urgente bisogno di dare risposte concrete soprattutto ai giovani e di rimboccarsi le maniche. Il tempo stringe. Bisogna agire e bisogna agire velocemente.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Attilio Fontana e Giuseppe Sala, in occasione dell'evento Youth4climate Driving Ambition

I presupposti, almeno per quanto concerne la nostra Nazione, si colgono nel dialogo tra Greta Thunberg e il nostro primo ministro Draghi. “Le nostre speranze e sogni annegano in tutte queste vuote parole e promesse… ma “possiamo farcela, il cambiamento è possibile e necessario, ma non se continuiamo così…”. Parole dure che hanno il sapore di un monito alle quali Draghi ha così replicato: “Sono convinto che abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee, i vostri suggerimenti e la vostra leadership. La vostra mobilitazione è stata di grande impatto, e potete starne certi: vi stiamo ascoltando. Noi adulti abbiamo creato questo problema, non i giovani, e miliardi di giovani vivono in Paesi dove le emissioni sono le più basse del mondo perché c'è povertà. Combattere i mutamenti climatici è in sé una lotta per una distribuzione della ricchezza più equa".

Il Galileo