in ricordo di Walter Tobagi
al Parco Solari di Milano
(g.p.) Finalmente, la panchina in ricordo di Walter Tobagi è stata posta al
centro del Parco Solari, poco distante da quella via Salaino dove fu ucciso la
mattina del 28 maggio 1980, alle otre 11, da un commando delle Brigate sedicenti
rosse. Ogni anno, dinanzi alla
lapide che ricorda il suo sacrificio, si svolge una breve ma significativa
cerimonia commemorativa. Molti i giornalisti presenti. Alla cerimonia del 2020,
il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, promise di intitolare a Tobagi una panchina
del vicino Parco Solari. Come spesso accade, il sindaco non dette corso alla sua
promessa. A tre anni di distanza,
grazie alle sollecitazioni di un consigliere comunale, al quale si era rivolto
il direttore de Il Galileo. La panchina è stata posta.
"Walter Tobagi fu ucciso barbaramente perché rappresentava ciò che i brigatisti
negavano e volevano cancellare. Era un giornalista libero che indagava la realtà
oltre gli stereotipi e pregiudizi, e i terroristi non tolleravano narrazioni
diverse da quelle del loro schematismo ideologico". Così il presidente della
repubblica, Sergio Mattarella, che commemorò l’assassinio del giornalista del
Corriere della Sera per mano dei terroristi della cosiddette Brigate rosse,
avvenuto il 20 maggio 1980.
Mattarella ha aggiunto, fra l’altro: "Era un democratico, un riformatore, e
questo risultava insopportabile al fanatismo estremista", ha sottolineato il
Capo dello Stato ricordando che "Tobagi
è morto giovanissimo. A trentatré anni aveva già dimostrato straordinarie
capacità, era leader sindacale dei giornalisti lombardi, aveva al suo attivo
studi, saggi storici, indagini di carattere sociale e culturale". E, ancora ha
ricordato che "è stato ucciso in quei mesi, in cui altri uomini dello Stato,
altri eroi civili, cadevano a Milano e in tutta Italia per fedeltà a quei
principi di convivenza che la mitologia rivoluzionaria, le trame eversive, le
organizzazioni criminali di diversa natura volevano colpire".