LE MOSTRE

 

RENOIR alla GAM di Torino

60 capolavori dalle collezioni parigine

( 23 ottobre 2013 - 23 febbraio 2014)

                                                                                                                           

       di Giuditta Bricchi

 

La GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea) di Torino  presenta  una  straordinaria rassegna dedicata a Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), artista tra i protagonisti della grande stagione dell’Impressionismo francese. Le opere provengono dal Musée d’Orsay e dal Musée de l’Orangerie di Parigi. L’ esposizione, a cura di Sylvie Patry, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay e grande specialista di Renoir, e di Riccardo Passoni, Vice Direttore della GAM di Torino,  illustra, attraverso una sessantina di capolavori,   la complessa attività artistica di Renoir. Skira, in  collaborazione con la Fondazione Torino Musei, ha prodotto  la rassegna e ne ha pubblicato il catalogo.

(Immagine a sinistra: La lettrice, 1874-1876, Paris, Musée d'Orsay)

Viaggio  nel mondo di Renoir

Questo grandissimo pittore fu attivo per oltre un cinquantennio  e  produsse  oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli. La rassegna illustra i momenti più significativi e le svolte che, partendo dagli esordi, hanno portato l’artista, a fine carriera, a un progressivo allontanamento dall’Impressionismo.  La mostra mette in evidenza la grande qualità e varietà della sua tecnica pittorica. Nell’arco della sua vita, Renoir si è misurato  con la sperimentazione della pittura en plein air, si è dedicato alla ritrattistica su commissione e ha portato a compimento opere in atelier. Oggi è considerato uno dei maggiori maestri a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Tuttavia, la fama e il riconoscimento da parte dei suoi contemporanei gli arrivarono solo all’inizio del Novecento.

 

Nove sezioni tematiche

La mostra invita a seguire Renoir attraverso i grandi temi che hanno attraversato la sua opera, dagli inizi nella Parigi degli anni sessanta dell’Ottocento, quando incontra Monet, Bazille, Cézanne, Degas, Pissarro e Manet, fino ai grandi nudi femminili degli ultimi anni, passando per i ritratti delle grisettes, le sartine di Montmartre, quelli dei suoi amici e familiari, i paesaggi e i fiori che celebrano la vitalità della natura, o ancora l’evocazione gioiosa e lirica dei balli e delle feste popolari. I capolavori qui raccolti testimoniano quanto, al di là dello stereotipo che troppo frequentemente lo identifica solo come pittore della spensieratezza e della gioia di vivere, Renoir fu un artista in perenne ricerca, sempre pronto a misurarsi con il nuovo e al tempo stesso un impressionista che sconvolge le regole della rappresentazione e un classico che ama la bella tradizione.

 (A sinistra: Madame Charpentier, 1876-1877, Paris, Musée d'Orsay)

L’epoca della bohème

Dopo un iniziale apprendistato come decoratore di porcellane, il giovane Renoir frequenta l'École des Beaux-Arts (1862-1863) e conosce Alfred Sisley, Frédéric Bazille e Claude Monet, con cui  condivide sessioni di pittura en plein air nei dintorni di Parigi. In questa prima sezione sono riuniti alcuni suoi ritratti di conoscenti e amici come  William Sisley (1864), Frédéric Bazille (1867), Claude Monet (1875) e alcune delle opere più emblematiche dell’effervescenza creativa, che sfocerà nel 1874 nell'allestimento della prima mostra degli “Impressionisti”, secondo la definizione derisoria affibbiata allora dalla stampa a Renoir, Monet, Degas, Cézanne, Pissarro, Sisley e Berthe Morisot.

 

Ritratti femminili

A partire dalla metà degli anni sessanta, la figura femminile è al centro dei pensieri di Renoir. L’artista sceglie le sue protagoniste da ogni estrazione sociale: borghesi, operaie, ballerine, tutte rivestite da una grazia speciale e da un’impalpabile bellezza.  In aperto contrasto con i canoni accademici, Renoir inventa un nuovo tipo femminile e contribuisce alla creazione del mito della Parigina moderna che affascina i contemporanei. Raffigurando la donna francese, Renoir crea un tipo fisico che gli è proprio, riconoscibile tra tutti, anche se si evolve nel corso del tempo. Si entra nel cuore della mostra con otto meravigliosi ritratti femminili: Madame Darras (1868 circa),  La lettrice (1874-1876), Giovane donna con veletta (1870), Madame Charpentier (1876-1877), Donna dallo jabot bianco (1880), Madame Bernheim de Villers (1901), Fanciulla seduta (1909),  Colonna Romano (1913).

 

Paesaggi

Negli anni settanta Renoir si dedicò in modo particolare al paesaggio.  Un quarto dei  dipinti di quel decennio illustrano questo tema. Per l’artista, rispettoso dei precetti della “Nuova pittura”, il paesaggio va dipinto en plein air ( anche se a volte gli capitava di terminare le tele in studio ).  Le dieci  opere esposte ripercorrono un esteso arco cronologico. In sette tele sono rappresentate splendide vedute dove si percepisce la grande attrazione del maestro per l’acqua, il verde e i giardini, fonte continua di ispirazione, per la crescita perenne delle piante e per quella che definiva la loro intrinseca “irregolarità: Chiatte sulla Senna (1869), Il Pero d’Inghilterra (1870 circa), La Senna ad Argenteuil (1873), Sentiero nell’erba alta (1876-1877) (foto a destra), La Senna a Champrosay (1876), Ponte ferroviario a Chatou, anche detto I castagni rosa (1881),  Paesaggio a Cagnes (1915 circa). Durante il suo viaggio in Algeria (1881) scoprì, luoghi, luci e vegetazione a lui sconosciuti. Relative a questo soggiorno nordafricano, troviamo esposte tre tele dove Renoir dipinge palme baciate dal sole, giardini privati e orti dal sapore esotico: Campo di banani, Paesaggio algerino, la gola dela donna selvaggia e La moschea, detta anche Festa araba.

 

L’infanzia

I bambini, spesso i suoi figli o figli di amici, sono molto presenti nelle  opere di Renoir ed occupano un posto d'onore tra gli oltre duemila ritratti eseguiti dal pittore. I  figli, Pierre l'attore (1885-1952), Jean il grande cineasta (1894-1979) e Claude il ceramista (1901-1969), sono raffigurati centinaia di volte. Lo sguardo attento, affettuoso e sensibile che l'artista rivolge al mondo dell'infanzia è l’espressione del nuovo ruolo attribuito, alla fine dell'Ottocento, alla prima fase della vita umana. Le nove opere esposte regalano istantanee di volti infantili carichi di poesia: dal Ritratto del figlio Pierre (1885) al celeberrimo Il clown (Ritratto di Coco) (1909), dal bellissimo pastello su carta Ritratto di ragazza bruna, seduta con le mani incrociate (1879) al dipinto Fernand Halphen bambino (1880) abbigliato da marinaretto, dalla deliziosa Julie Manet  (1887) (foto a sinistra) ad una tenera Maternità (Madame Renoir e suo figlio Pierre) (1885).

 

La società dell’epoca

Con la rappresentazione di locali da ballo, cabaret popolari, caffè e serate eleganti, Renoir esprimeva  l’attrattiva della modernità, insieme all'aprirsi di nuove possibilità di svago nel corso dell'Ottocento. Sono cinque le opere in mostra, dedicate a uno spaccato della società dell’epoca e ai nuovi divertimenti dei parigini, dai balli alle escursioni in campagna. Vi è il celebre capolavoro  L'altalena (1876) (foto a destra), dove le straordinarie  figure della donna, del giardiniere e della bambina si stagliano in un giardino dai colori vivissimi. L’opera è una delle massime espressioni della pittura impressionistica en plein air. I tocchi di colore, stesi per piccole macchie, rendono l’effetto della luce solare filtrata attraverso le foglie, creando un’atmosfera di vibrazione cromatica e luminosa.  I celebri dipinti Danza in campagna e Danza in città (1883) ritraggono mirabilmente due coppie in momenti spensierati del loro tempo libero.

 

 

 

 

Ragazze al piano Ragazze al piano (1892) (a sinistra) è senza dubbio uno dei più celebri dipinti di Renoir. L'identità delle modelle è ignota. Accanto ad esso è esposta un’altra splendida tela: Yvonne e Christine Lerolle al piano (1897-1898 circa). A partire dagli anni novanta Renoir si appassiona alla raffigurazione di questi interni borghesi moderni in cui le fanciulle si abbandonano al piacere della musica o della lettura, dando forma a composizioni per certi versi idilliache e idealizzate, a metà strada tra il ritratto e la scena di genere. Talvolta, non senza ironia, il pittore chiamava tali opere “da vendita”. Il tema, in ogni caso, trova uno dei suoi vertici espressivi nel doppio ritratto delle sorelle Lerolle, musiciste di talento e modelle talvolta spiritose, che Renoir dipinge “con amore”, per citare le sue parole. Un altro soggetto esposto, legato alla musica, è il famoso ritratto di Richard Wagner, eseguito a Palermo nel corso di un memorabile incontro tra Renoir e il compositore tedesco (1882).

 

 

 

I fiori

I fiori appaiono di rado nei lavori degli esordi. Successivamente diventano per il pittore una fonte di ispirazione sempre più frequente, soprattutto a partire dagli anni ottanta, quando le sue  composizioni dalle tonalità delicate cominciano ad essere apprezzate dai collezionisti. I bouquet sono uno dei temi dove l’artista sperimenta maggiormente. “Quando dipingo fiori – dichiarava – sperimento audacemente tonalità e colori senza preoccuparmi di rovinare l’intera tela; non oserei fare lo stesso con una figura.” Renoir gioca con la tavolozza, con pennellate morbide e delicate e  con una varietà impressionante di sfumature.

 

Il nudo

L’interesse di Renoir per il  nudo si è manifestato fin dall'inizio della sua carriera. A partire dagli anni novanta inserisce i suoi nudi femminili in un contesto atemporale, nel desiderio di misurarsi con Raffaello, Tiziano e Rubens, maestri del passato per i quali Renoir nutre grande ammirazione. In mostra vi sono  cinque tele spettacolari, tutte dipinte nell’ultimo periodo della sua vita, tra il 1906 e il 1917: Donna nuda distesa (Gabrielle) (1906), Grande nudo, detto anche Nudo sui cuscini (1907), La toilette: donna che si pettina) (1907-1908), Nudo di donna visto di schiena, anche detto Riposo dopo il bagno (1909), Odalisca che dorme, anche detto Odalisca con babbucce (1915-1917). L’unica opera plastica in mostra, un’ imponente scultura in bronzo è L'acqua, anche detto Grande lavandaia accovacciata  (1916-1917).

 

Il testamento delle Bagnanti

"Bagnanti" (1918-1919) Paris, Musée d'Orsay

L’ultima sezione della mostra è dedicata alla fondamentale opera Bagnanti (1918-1919). Questo capolavoro  fu dipinto nell'arco degli ultimi mesi di vita dell’artista nella tenuta di Les Collettes a Cagnes, in Provenza. Il quadro è da considerarsi il testamento pittorico di Renoir. Qui viene celebrata una natura senza tempo, da cui ogni riferimento al contemporaneo è bandito. Il paesaggio mediterraneo riporta alla tradizione classica italiana e greca, quando “la Terra era il paradiso degli dei”. Questa visione idilliaca è sottolineata dalla sensualità delle modelle, dalla ricchezza dei colori e dalla pienezza delle forme. L’opera sintetizza la  concezione del nudo e della pittura di Renoir, dove regnano l'esaltazione del colore, la fantasia dell'artista e l'invenzione di un mondo “in cui la morte non trovava posto”. Le figure  rappresentano  anche un omaggio ai pittori del passato, tanto ammirati da Renoir, e alla statuaria antica.  Esse fanno trasparire un piacere di dipingere che la malattia e le sofferenze del pittore alla fine della sua vita non hanno sconfitto.

 

Il Galileo