di Magali Prunai
La storia della bambina di 13 anni deportata ad Auschwitz con tutta la sua
famiglia e morta nel campo di sterminio di Bergen-Belsen perché rea di essere
ebrea nell’Olanda occupata dai nazisti è nota a tutti. Anche a chi continua a
negare che sia esistito l’olocausto, i campi di detenzione e sterminio, anche
davanti all’evidenza storica. I racconti dei sopravvissuti sono falsi, dicono,
le testimonianze scritte, come quella di Primo Levi, sono sicuramente di parte,
il diario di Anna Frank una fantasia di una bambina. Che fantasia doveva avere
quella piccola studentessa per immaginare di essere cacciata da scuola, di dover
andare in giro con una stella gialla cucita sul cappotto e di rinchiudersi
dentro un appartamento di fortuna, nascosto dietro a una libreria in un ufficio,
dovendo passare gran parte della giornata in assoluto silenzio per non essere
sentiti e denunciati. Condividere i propri spazi con un’altra famiglia, dover
andare d’accordo per forza. Una fantasia davvero grande per una bambina così
piccola. Purtroppo, come tutti sappiamo, i racconti dei sopravvissuti, il triste
racconto di Anna Frank, non sono frutto della loro immaginazione , ma una triste
pagina, forse la più triste, della nostra storia.
Ridurre l’immagine simbolo di quel periodo a un becero e ignorante sfottò
calcistico, giustificandolo come una goliardata è, appunto, becero e ignorante.
Pensare di offendere qualcuno paragonandolo a quella bambina, o a tutti coloro
che hanno sofferto in uno dei campi di sterminio nazista, è infantile, non
capendo che chi si offende è il simbolo e tutti coloro che, invece, in quei
campi hanno perso la vita, hanno sofferto e tutti i loro parenti.
Nel settembre del 1935 in Germania vengono emanate le leggi di Norimberga, leggi
a protezione del sangue e dell’onore, della cittadinanza e della bandiera
tedesca. Vengono vietati i matrimoni fra non ebrei ed ebrei per proteggere e
salvaguardare la razza e vengono ristretti notevolmente i diritti della
popolazione di religione ebraica.
A partire dal 1937 vengono emanate nuove norme penalizzanti gli ebrei,
limitandoli nell’esercizio di funzioni pubbliche, nel 1938 i medici di religione
ebraica vengono radiati dall’ordine professionale poiché solo medici “ariani”
possono curare pazienti “ariani”. Sempre nel 1938 tutti gli uomini devono
aggiungere al proprio nome Israel e tutte le donne Sarah e sui loro passaporti
viene stampata una J, nel senso di Jude, in tedesco ebreo. Gli studenti vengono
espulsi dalle scuole perché solo per allievi “ariani”, dovranno frequentarne
altre per soli ebrei con insegnanti solo ebrei. Nel giro di pochi anni la
società tedesca assiste indifferente al venir meno di qualsiasi diritto civile e
politico a una parte della sua popolazione.
E questa è storia, dimostrata e documentata, e non la mera fantasia di una
bambina.