2 giugno 2020:

l’Abbraccio Tricolore delle Frecce

all’Italia ferita dal COVID

 

di Paolo Negrelli

 

Nella storia della Repubblica Italiana, la data del 2 giugno ha il sapore di un compleanno.

In quel lontano 1946, con il paese ancora ferito da 5 anni di guerra e da una sanguinosissima guerra civile, gli italiani assaporavano il primo passo verso il ritorno alla democrazia.

Per la prima volta nella nostra storia, quel giorno donne e uomini si recarono liberi alle urne per rispondere al quesito referendario che avrebbe segnato il destino del nostro stato, che risorgeva dopo la parentesi del fascismo. In un paese che cercava una nuova identità il voto popolare sancì, non senza forti contestazioni, l’inizio della Repubblica Italiana.

La Festa Nazionale del 2 giugno fu istituita nel 1949, e dall’anno successivo fu aggiunto al cerimoniale, insieme alla deposizione della corona di fiori all’Altare della Patria, la parata militare lungo Via dei Fori Imperiali a Roma. La stessa sarà sospesa dall’edizione del 1976 – l’anno del terremoto che sconvolse il Friuli – per essere definitivamente reintrodotta nel 2000.

Quest’anno, le celebrazioni per il 2 giugno hanno dovuto fare i conti con l’emergenza COVID.

La recente pandemia, che sta ancora flagellando il globo con milioni di malati e centinaia di migliaia di morti, ha infatti imposto un durissimo periodo di blocco delle attività e di totale isolamento sociale. Uomini e donne della sanità, delle forze dell’ordine, delle forze armate e della protezione civile hanno lavorato senza sosta per offrire tutto l’aiuto possibile alla popolazione, pagando un elevato tributo

La necessità di tenere alta la guardia e il rispetto delle norme di distanziamento sociale, tra l’altro ancora operative, ha portato alla cancellazione delle tradizionali cerimonie in tutto il paese.

L’Aeronautica Militare Italiana ha risposto all’appello del Ministro della Difesa, on. Guerini, di offrire un doveroso "…omaggio a tutti gli italiani che hanno sofferto e a coloro che hanno perso la vita in questi mesi di emergenza sanitaria".

Con questo spirito i 10 “Pony” – come vengono chiamati in gergo i componenti della pattuglia, n.d.r. – hanno preso parte all’iniziativa “Abbraccio Tricolore”, che ha portato la PAN a sorvolare i cieli d’Italia in un emozionante gesto di vicinanza alla popolazione.

Il tour ha preso il via il 25 maggio col decollo dall’aeroporto di Udine – Rivolto, sede delle Frecce Tricolori, e in cinque giorni ha portato i velivoli sui cieli dei capoluoghi di provincia. Sono state inoltre sorvolate Codogno (PV), primo focolaio COVID d’Italia, e Loreto (AN), in segno di omaggio alla Madonna Lauretana, patrona degli Aeronauti.

L’Abbraccio ha visto la sua conclusione la mattina del 2 giugno col tradizionale sorvolo sull’Altare della Patria, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e dei cieli della Capitale.

L’iniziativa, seguita con caloroso affetto dai cittadini, ha voluto rappresentare “un messaggio di speranza, in un particolare momento storico durante il quale è necessario un forte impegno per assicurare la graduale ripresa delle attività sociali, lavorative ed economiche”, e un forte richiamo alla responsabilità dei singoli al rispetto delle norme sul distanziamento sociale.

“Uno dei principi cardine del volo acrobatico delle Frecce Tricolori”, si legge infatti nel comunicato stampa pubblicato sul sito dell’Aeronautica, “è proprio quello di volare insieme mantenendo le giuste distanze, un aspetto fondamentale per la perfetta riuscita delle manovre in piena sicurezza. Questo principio può diventare anche una metafora di ciò che al momento caratterizza la nostra vita quotidiana: distanti, ma uniti, continuando ad essere coesi, ad essere squadra, seppure nella necessità di mantenere la distanza sociale e con la speranza di poterci finalmente ricongiungere appena le condizioni lo permetteranno.”

Il Galileo