40 anni fa l’assassinio di Walter Tobagi

Lo uccisero perché era un giornalista libero

Il ricordo del presidente Mattarella e del sindaco di Milano Sala,

in una cerimonia promossa da FNSI,  ALGI e Gruppo Lombardo UNGP

Un percorso della memoria in ricordo di Tobagi in un parco milanese

Walter Tobagi

 

 

di Giuseppe Prunai

 

La libertà

non è star sopra un albero

non è neanche il volo di un moscone

la libertà non è uno spazio libero

libertà è partecipazione

 

Cantava così Giorgio Gaber, praticamente un suo coetaneo e Tobagi aveva fatto di questa strofa lo scopo della sua vita. Una missione che lo portò ad inaugurare una nuova via del sindacalismo e teorizzare la funzione del giornalista e dei media. Un modo di pensare che non piacque a qualcuno che ordinò di far tacere quella voce libera. Walter Tobagi fu assassinato alle ore 11 del 28 maggio 1980 da un comando delle Brigate sedicenti rosse.

A 40 anni di distanza, il suo sacrificio è stato ricordato a Milano.

"Walter Tobagi fu ucciso barbaramente perché rappresentava ciò che i brigatisti negavano e volevano cancellare. Era un giornalista libero che indagava la realtà oltre gli stereotipi e pregiudizi, e i terroristi non tolleravano narrazioni diverse da quelle del loro schematismo ideologico". Così il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che ha commemorato l’assassinio del giornalista del Corriere della Sera per mano dei terroristi della cosiddette Brigate rosse, avvenuto il 20 maggio 1980.

Ed ha aggiunto, fra l’altro: "Era un democratico, un riformatore, e questo risultava insopportabile al fanatismo estremista", ha sottolineato Mattarella ricordando che "Tobagi è morto giovanissimo. A trentatré anni aveva già dimostrato straordinarie capacità, era leader sindacale dei giornalisti lombardi, aveva al suo attivo studi, saggi storici, indagini di carattere sociale e culturale". E, ancora ricorda che "è stato ucciso in quei mesi, in cui altri uomini dello Stato, altri eroi civili, cadevano a Milano e in tutta Italia per fedeltà a quei principi di convivenza che la mitologia rivoluzionaria, le trame eversive, le organizzazioni criminali di diversa natura volevano colpire".

L’omaggio alla lapide che ricorda l’assassinio di Tobagi. Al centro, con la fascia tricolore, il sindaco di Milano, Beppe Sala. Alla sua destra, la moglie di Tobagi, Stella, e la figlia Benedetta

 

A Milano, in via Salaino, presso l’incrocio con via Solari, dove Tobagi cadde, una breve ma toccante cerimonia dinanzi alla lapide che ricorda il suo sacrificio.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha deposto una corona di fiori ai piedi della lapide che lo ricorda e, rivolto alla signora Stella Tobagi e alla figlia Benedetta ha ricordato la dignità umana, civile e professionale che ha sempre contraddistinto Tobagi e lo ha inspirato nel suo lavoro.

I terroristi – ha detto Sala - non potevano sopportare questa dignità, questo cercare di svolgere il proprio ruolo professionale e di essere cittadino di una città libera come Milano, padre di famiglia, marito”.

“Infatti chi l’ha conosciuto l’ha sempre dipinto come un uomo gentile e non stiamo facendo retorica, era così, capace di smussare gli angoli, ma anche determinato e coraggioso – ha detto -. Un mediatore, perché Walter era davvero un mediatore, ma capace di grande decisione quando c’era da difendere la libertà”.

“Questa lezione è importante perché è inutile negare che ancora oggi violenti, odiatori, razzisti, negazionisti cercano di modificare il senso delle cose, di interrompere un percorso virtuoso e democratico”.

“Alla fine tutti noi milanesi dobbiamo sentirci un po’ Walter Tobagi, non abbiamo le sue capacità, era un giornalista meraviglioso ma dobbiamo sentirci nel nostro piccolo capaci di trarre insegnamento da questi modelli, e capaci di spenderci per difendere in nostri valori”.

In raccoglimento, dinanzi alla lapide, il presidente dell’ALG, Paolo Perucchini, e il presidente della FNSI, Beppe Giulietti

Dal canto suo, Paolo Perucchini, presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti (ALG), ha detto che “agli ideologi e agli estremisti che teorizzavano la violenza si poteva rispondere con il libero pensiero, con la volontà di capire, di analizzare i fenomeni, di spiegarli con gli ideali riformisti. Rileggendo il pensiero di Tobagi, ha proseguito Perucchini, si percepisce come le sue idee fossero innovative e controcorrente. Soffermandosi sul ruolo del giornalista, Tobagi spiega come debba svolgere il proprio compito di informatore senza cadere nella tentazione di diventare un formatore o, per dirla come Tobagi stesso, un “pedagogo collettivo”. L’ALG ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video dedicato a Tobagi. Questo è l’URL: https://www.facebook.com/ALG.Associazione.Lombarda.Giornalisti/videos/955167701605656/?epa=SEARCH_BOX

Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI),  ha ricordato il cordoglio del Cardinal Martini, allora arcivescovo di Milano, che celebrò i funerali di Tobagi e rimase impressionato dalla grande folla che intervenne nella Parrocchia di Tobagi, la chiesa di Santa Maria del Rosario che non riuscì a contenere tutti gli intervenuti che si affollarono nella piazza antistante e nell’adiacente prato, là dove oggi sorge un supermercato.

L’omaggio floreale alla lapide di via Salaino, Milano

Perché proprio lui? Si chiede Giulietti e trova la risposta nel libro di Benedetta Tobagi “Come mi batte forte il tuo cuore: storia di mio padre” . “Erano terrorizzati dal suo “metodo”, dalla capacità di leggere e rileggere le  carte, di incrociarle, di recarsi nei luoghi più impensati per raccogliere testimonianze, senza escludere nulla e nessuno, senza farsi guidare da un pregiudizio politico o ideologico”.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha aderito alla richiesta di FNSI e ALG di istituire all’interno del Parco Solari. Poco distante da Via Salaino, una panchina dedicata a Walter Tobagi e un percorso della memoria che illustri la sua vita e il suo pensiero.

Il Galileo