Zitti e buoni

con i Måneskin a Bergamo

Dopo la vittoria e le polemiche finite nel nulla

cominciamo a pensare al dopo

 

di Domenico Vito – Magali Prunai

 

Il logo dei Måneskin*

Sono letteralmente sulla cresta dell’onda.

Sono sulla bocca di tutti, e non solo in Italia.

Sulla rete impazzano i video “reaction” sulla loro vittoria ad Eurovision.

Chi sono? Ma ovviamente i Måneskin!

I sono il gruppo di giovani Måneskin musicisti romani che hanno riportato il rock ai livelli di apice, nel periodo in cui la generazione dei “trapper” conta i “Kappa” (kilo = multipli di mille) di incassi, visualizzazioni e likes.

I Måneskin, questi temerari sin dal principio: li ricordiamo sicuramente per essere stati i “pupilli” di Manuel Agnelli a X-factor. Dopo un’esplosiva performance con un brano inedito sul palco del famoso talent che ha totalmente rapito gli occhi (e non solo) di un’attonita Levante. Questo intrepido gruppo di 20enni è stato preso sotto l’ala dell’incontentabile Manuel Agnelli, che però con loro era completamente al servizio e colmo di amore quasi filiale.

E da lì ogni loro performance era incontenibile attesa, per il nuovo show di questa band, quasi fossero i Rolling Stones o i Led Zeppelin.

E proprio di questi, la musica dei Måneskin, prende i tratti: da quel rock anni 70 leggendario, dalle pennate alternate e le scale di Achille’s last stand, fino alla voce graffiante e dalle movenze plastiche e dannate stile Mick Jagger di Damiano per poi non dimenticare le batterie incalzanti e il basso slappato stile Immigrant Song sempre dei mitici Zeppelin.

Ma badate, questi sono solo tratti: non pensate ai Måneskin come una cover band o una tribute. Tutto quello citato prima viene contaminato da influence raggae, e punk in un modo unico, che fa riconoscere subito il timbro dei Måneskin.

Questi ragazzi sin dall’inizio della formazione, nel mondo della musica sintetica hanno scritto musica, parole, testi ed hanno ….suonato.

Sono rimasti fedeli all’essenza del rock. Ed il Dio del Rock li ha benedetti per questa fedeltà… per ritornare sulla scena, sbaragliando imprevedibilmente tutti. Come vere Rockstar….

Sebbene l’esperienza di X-factor non fu vincente (arrivarono solo secondi), altre glorie erano alle porte. Contro ogni aspettativa i giovani romani hanno vinto poi Sanremo, e questa vincita li ha poi lanciati verso Eurovision. E anche qui…hanno fatto il botto, mettendo tutti Zitti e Buoni, come il titolo del loro brano.

Quasi tutti in realtà, perché nonostante quella dei Måneskin fosse una vittoria “all’italiana” che un po’ tutti rincuora ed entusiasma, qualche “cagnetta a cui è stato rubato l’osso” (ndr. citando un altro grande della musica italiana)  si è fatta sentire, gettando ombre sulla band, ed in particolare su Damiano, il cantante.

Figura ribelle e trasgressiva, a cui con un po’ di sciovinismo è stato attribuito l’uso di stupefacenti ed in particolare di cocaina: la supposta prova, una foto di sfuggita di uno scorcio del camerino dalla porta socchiusa in cui Damiano aveva il viso vicino ad un tavolo.

Risolta la questione e appurato che Damiano non ha fatto uso di droghe, in attesa delle scuse ufficiali di chi ha sollevato il dubbio, possiamo goderci finalmente la vittoria e iniziare a pensare all’Eurosong contest 2022.

Dopo più di 30 anni torna in Italia e tocca a noi organizzare lo spettacolo.

Il 2022 sarà, per l’Italia ma non solo, un anno di rinascita. Probabilmente liberi, almeno in gran parte, dal Covid e con l’emergenza pandemica forse rientrata, potremo festeggiare ancora di più e meglio di quanto non sia stato fatto quest’anno.

L’avvenimento sarà importante per la ripresa del nostro paese. Per una ripresa non solo economica, ma anche spirituale e morale.

Più di un anno fa, dopo il primo caso accertato, il terrore era palpabile nelle nostre città. Girare per qualsiasi centro del nord Italia, complice anche il meteo grigio di fine febbraio, e ritrovarsi in un film apocalittico era quasi la stessa cosa. In pochi uscivano, quasi nessuno aveva voglia di ridere e divertirsi.

Mai avremmo immaginato che nel giro di pochi giorni sarebbe arrivato il lockdown, le chiusure dei negozi, lo smart working e che il tempo delle nostre giornate sarebbe stato scandito dal suono delle ambulanze e dal numero dei nuovi contagi e delle vittime giornaliere.

Se non lo avessimo appena vissuto sulla nostra pelle tutti quanti, in Italia, in Francia, in Australia, negli Stati Uniti, penseremmo veramente alla trama di un film catastrofico.

E invece è successo e ora bisogna rialzarsi, tutti insieme.

Vincere una manifestazione europea come l’Eurosong è sicuramente un ottimo punto di partenza.

E ripartire si deve, non solo materialmente ma anche simbolicamente.

E per dare un messaggio di rinascita, di pace, di ritorno alla vita si deve scegliere con attenzione la sede dove svolgere la manifestazione canora europea.

Lo scorso anno da tutto il mondo la città di Bergamo ha ricevuto messaggi di vicinanza e affetto. La cantante Noah tenne un concerto per raccogliere fondi solo per Bergamo. Lo concluse cantando una delle canzoni più belle e più note degli ultimi anni, “quanto t’ho amato”. Un inno all’amore e al rispetto.

Bergamo in una stampa del 1450

E allora, in ricordo di quella solidarietà, in memoria delle tante vittime, con le immagini dei camion militari che portano via le tante, troppe bare delle persone decedute che mai dimenticheremo e che mai potremo cancellare dai nostri occhi, chiediamo che Bergamo diventi il simbolo della ripartenza.

Di una ripartenza non solo economica, non solo simbolica ma anche ludica.

Perché sì, dopo tutto questo tempo abbiamo ancora voglia di ridere e di divertirci.

E vogliamo farlo tutti insieme, perché solo  nell’unione fra i popoli possiamo e troveremo la forza di rialzarci e guarire.

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*Purtroppo non abbiamo troivato immagini dei Måneskin di dominio pubblico

Il Galileo